due chiacchiere

Sapere libero, ma non troppo

Oggi sono stato al QuiFree, ma non sono rimasto molto entusiasta. Prima di tutto perché tra gli sponsor dell’evento c’era nientepopodimeno che la Microsoft, che tutto mi sembra tranne che una promotrice della diffusione della conoscenza, a tutti i livelli. Ho seguito un po’ la discussione sulla lista dell’Associazione per il Software Libero che si è aperta a tal proposito, ma ho preferito non intervenire in lista per non gettare benzina sul fuoco: un cantuccio sperduto nella rete, come questo blog, è molto meglio. E poi perché sul palco ho visto i “soliti” politicanti, che sbandierano le proprie leggi regionali a favore della società dell’informazione, ma che non contribuiscono attivamente in molti casi alla crescita della comunità che crea i programmi aperti dei quali loro sono meri utenti, al pari di “parassiti” che sfruttano molto e danno poco: non è questo lo spirito che si dovrebbe avere, secondo me.

Largo ai giovani

Per fortuna c’erano i giovani, a risollevare un po’ la media dei voti che assegnerei all’organizzazione nel suo complesso: da Salvatore Aranzulla ad Alessandra Fadda di jAPS, il sistema di gestione dei contenuti totalmente accessibile (così dicono). Un po’ tutti, compreso l’hacktivista Manlio Poltronieri, hanno saputo dare il loro contributo costruttivo alla discussione, che invece le alte sfere hanno reso un po’ sterile, crogiolandosi nel loro stesso brodo… e si sa che gallina vecchia fa buon brodo.

Un linguaggio ancora lontano dal cittadino

L’impressione globale, è comunque quella che gli amministratori presenti alla manifestazione, continuano a parlare un linguaggio incomprensibile al cittadino: dalla cooperazione applicativa alle tante norme approvate e puntualmente inapplicate, che i vari Enti emanano a raffica sull’argomento. E questo non va certo incontro allo spirito di fondo che ha mosso, sin dall’inizio, la comunità di chi sviluppa programmi a codice aperto: la condivisione dei propri beni si veicola anche avvicinandosi ai cittadini con un modo di spiegare le cose semplice ed efficace, come solo il buon Raffaele Meo ha saputo fare.

Sapere libero vuol dire accessibile

Da buon talebano dell’accessibilità, non potevo infine trascurare la mancanza di attenzione per l’accesso aperto a tutti: se vogliamo davvero costruire una società dell’informazione che si basa sulla conoscenza libera e disponibile per ogni individuo, non si può prescindere dal costruirla accessibile. Un sito che, per cattiva progettazione (come quello del Quifree, ad esempio), esclude a priori l’accesso alle notizie da parte di chi non utilizza un normale browser ed un mouse, mi sembra già di per sé una contraddizione in termini. Per non parlare della scarsa accessibilità dei locali: scale, mancanza di segnaletica, informazioni sommarie, rendevano la visita già un percorso ad ostacoli per chi poteva permettersi di girare con le proprie gambe, figuriamoci per gli altri.

Commenti

  1. Trap
    ha scritto:

    eh eh quando parlerai di Mastella e Di Pietro? 😛

  2. camu
    ha scritto:

    Trap, mai in questo blog… casomai potrei creare un nuovo blog “politico” apposito 🙂 Ci penserò…

  3. manlio
    ha scritto:

    Sono l'”hacktivista”, felice che gli interventi ti siano piaciuti 🙂

  4. camu
    ha scritto:

    Eh eh, vedo che con i tuoi “potenti mezzi” hai subito trovato la citazione del tuo nome sul mio sito 🙂 Il tuo intervento è stato spiritoso e mi ha incuriosito conoscere questo “mondo” parallelo di attivisti, mi sto documentando in merito!

  5. Flavia
    ha scritto:

    Cito solo una tua frase tratta da questo blog, frase che condivido fino in fondo: “Si guardano subito i difetti, e non si considerano i pregi”.
    Ci sono state tante cose brutte, sbagliate, ma ci sono state tante, tantissime cose belle… per la prima volta una pubblica amministrazione ha parlato di saperi liberi, di software libero (anziché a “codice sorgente aperto”), per la prima volta ci sono stati tantissimi giovani (come giustamente facevi notare tu) e anche tante donne (anche tra i relatori).
    Qualcosa di buono c’è stato e come tutte le cose è migliorabile anche grazie alle critiche come le tue che condivido quasi in toto… speriamo che ce lo facciano rifare anche l’anno prossimo e speriamo di imparare da queste lezioni e fare meglio, anche se so già che l’anno prossimo faremo nuovi errori… chi non fa non falla e io preferisco fare e sbagliare piuttosto che criticare e non fare…
    Grazie del tuo contributo e grazie di non avere buttato benzina sul fuoco 🙂
    F.

  6. Alessandra
    ha scritto:

    Sono Alessandra Fadda….felice di aver dato il mio piccolo contributo durante il convegno!!
    Volevo solo fare una precisazione riguardo jAPS.
    Attualmente jAPS è il framework che utilizziamo per “costruire” siti accessibili, ma il CMS non è accessibile.
    Stiamo infatti lavorando per rilasciare la versione 2.0 di jAPS, che avrà anche il CMS a norma. Questo proprio perchè per noi l’accessibilità è un requisito fondamentale. 😉

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