due chiacchiere

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I blog che seguo nel 2024

Tempo di pulizie di primavera: si inizia a fare il cambio di stagione, si escono le maglie più leggere, e si donano ai poveri quegli indumenti che non metto più da prima del Covid (tanto le speranze di dimagrire sono sempre meno). Anche nel mondo virtuale, è l’occasione per dare una sforbiciatina alla spazzatura digitale dalla quale sono circondato: ripulisco le immagini su Google Foto (no, non servono 15 foto diverse del gatto seduto sul divano, cara figlia piccola), cancello email vecchie, e rimuovo dal lettore RSS i blog che ho smesso di seguire per un motivo o un altro. Così ho pensato di scrivere un post per condividere chi è rimasto: un modo come un altro per dare un po’ di fiato alla blogosfera italiana che resiste, nonostante le chimere delle piattaforme social. Il fatto che io stesso abbia deciso di riprendere le trasmissioni dopo così tanti anni, mi porta ad avere un atteggiamento speranzoso nei confronti delle mie iscrizioni RSS più taciturne: chissà che prima o poi mandino un segnale inatteso. Questo per dire che nell’elenco qui di seguito, troverai vari blog apparentemente abbandonati dai propri tenutari (segnati da un asterisco), ma sui quali nutro ancora una flebile speranza di rinascita. Leggi il resto : I blog che seguo nel 2024

Project 2025: l’America distopica prende forma

Tra le tante cose che l’agenda setting di stampo americano sembra volerci tenere nascoste, ce n’è una che, a mio parere, è particolarmente inquietante. Si chiama Project 2025, ed è un vademecum di migliaia di pagine da mettere in atto in caso di una vittoria di Trump. Non un semplice elenco di ideali dichiarati, ma un dettagliato manuale strategico che indica esattamente come distruggere il governo federale così come lo conosciamo, per ricostruirlo da zero. Un classico esempio di indignazione telecomandata: per molto meno i media internazionali hanno bollato Giorgia Meloni come la fascista nostalgica che avrebbe riportato l’Italia ai tempi del Duce, quando invece si lasciava agire Netanyahu indisturbato mentre smantellava il sistema giudiziario israeliano, e mentre ci si volta dall’altra parte quando i repubblicani a stelle e strisce pubblicano questi documenti. Leggi il resto : Project 2025: l’America distopica prende forma

Dollar Store, il tuttomille americano

Accidenti, non riesco a capacitarmi del fatto che siano già passati più di due anni da quando ho scritto il primo post della miniserie sulle catene della grande distribuzione americana, in cui ti parlavo del supermercato che abbiamo a due passi da casa. Oggi vorrei riprendere quel filone raccontandoti del Dollar Store, che in Italia, almeno quando abitavo lì, era popolare come Tutto Mille: un negozio dove acquistare dai piatti di carta a varie cianfrusaglie per le feste di compleanno, dai mestoli per la cucina alla palla per giocare a calcetto (ai miei tempi compravamo il Super Tele rosso). Anche in questo caso, le grandi imprese hanno messo lo zampino in queste catene di negozi, ed al momento ne esistono principalmente cinque: Dollar General, Five Below, Dollar Tree, Family Dollar, Party City. Da anni questi negozi sono sotto osservazione per il modo non proprio trasparente in cui trattano i propri impiegati e gestiscono l’inventario. Ma polemiche a parte, rappresentano una soluzione conveniente per acquistare piccole cianfrusaglie quotidiane. Leggi il resto : Dollar Store, il tuttomille americano

Ho provato una tastiera ergonomica

E così, dopo quasi tre anni di onorato servizio, il tasto M della mia tastiera Logitech ha deciso di cominciare a fare le bizze qualche settimana fa, aggiungendo la sua lettera un po’ a casaccio al testo che scrivevo. Ho provato a pulire tutto per bene con l’aria compressa, ma non c’è stato nulla da fare. Ovviamente la garanzia era già scaduta (evviva l’obsolescenza programmata degli oggetti intorno a noi) e così mi sono rivolto a San Amazon alla ricerca di una nuova tastiera che non costasse un occhio della testa ma di buona qualità. Guarda caso, proprio qualche giorno prima, un mio collega al lavoro mi aveva parlato di quanto fosse soddisfatto della sua nuova tastiera ergonomica, adatta a suo dire a chi scrive tanto codice e passa molto tempo a digitare al computer in generale. Io ho sempre usato tastiere tradizionali in tutti questi anni, quindi ero un po’ scettico sul fare un cambio così drastico e dover riallenare mano e cervello alla disposizione spezzata dei tasti. Ma ho voluto toccare con mano (letteralmente) la differenza, per capire se facesse al caso mio. Prima di continuare, sappi che questo non è un post sponsorizzato. Leggi il resto : Ho provato una tastiera ergonomica

Il bacio indulgente di Biden

Non so quanto questa notizia sia stata diffusa in Italia, ma qui in America il bacio paternalistico di Joe al nostro Presidente del Consiglio ha fatto il giro del web, commentato come l’ennesima gaffe pubblica dell’Addormentato nei confronti degli alleati. Alcuni sostengono che non ci sia nulla di malizioso in questo gesto apparentemente così tenero e pieno di benevolenza, ma non riesco a condividere questa visione edulcorata dei fatti. Una domanda mi è subito venuta in mente appena ho visto la foto: e se l’avesse fatto Trump? O Putin? Apriti cielo! Con il primo sarebbe subito stato bollato come un atto folle di un pervertito che corre dietro alle ragazzine per molestarle, e nel secondo come l’atto di un dittatore che si crede chissà chi. Però siccome lo fa il nonno d’America, allora non bisogna alzare un polverone per una faccenda così insignificante. E poi mi dicono che l’agenda setting non esiste. Per me la questione è molto più grave invece, perché mostra ancora una volta quest’atteggiamento di arroganza degli uomini, che pensano di poter fare quello che vogliono nei confronti della loro controparte femminile, e passarla liscia ogni volta. Leggi il resto : Il bacio indulgente di Biden

Girare a destra con il rosso

Visto che la scorsa settimana parlavo dell’anniversario del mio arrivo nel Paese dell’aquila calva, oggi volevo condividere una delle tante differenze a cui mi sono dovuto abituare da quando abito qui: il modo in cui si guida, almeno nel New Jersey. Dei cartelli stradali ho scritto qualche tempo fa, ma forme e disegni a parte, è proprio lo stile di guida ad essere diverso. Sarà che le autostrade sono più larghe (eppure le chiamano strit, diceva sempre un mio amico), sarà che le scuole guida spiegano le cose in modo diverso. Fatto sta che qui ad esempio guidare nella corsia più a sinistra a 70 chilometri all’ora è una cosa normalissima. All’inizio, memore dell’abitudine che avevo in Italia, lampeggiavo al conducente per chiedergli gentilmente di spostarsi, ma ho notato subito che in pochissimi capivano quel gesto, mentre se ne stavano comodamente piantati su quella corsia guidando a passo di lumaca. Poi ho visto che molti, in situazioni analoghe, superavano a destra senza molti problemi, e così mi sono adeguato. Leggi il resto : Girare a destra con il rosso

Doc, Nelle tue mani: terza stagione

Un paio d’anni fa scoprivo, grazie a RaiPlay, la serie televisiva Doc, Nelle tue mani. Una bella rivisitazione tutta italiana del Dottor House che così tanto apprezzai all’epoca. Da poco è disponibile sulla piattaforma digitale la terza stagione di Doc, in cui ritroviamo il dottor Fanti e la sua (nuova) equipe dopo le peripezie del Covid. Approfittando del mio periodico appuntamento con la montagna di panni da stirare, ho iniziato a guardarlo in questi uggiosi fine settimana invernali. In questa stagione, gli autori sembrano volersi concentrare sulla possibilità che Andrea, il protagonista, possa riacquistare pezzi della sua memoria. Creando una situazione scomoda per la ex moglie Agnese (Sara Lazzaro), che invece sembra voler far di tutto per nascondere il motivo per il quale lei ed Andrea abbiano finito per separarsi. Tutti avevamo creduto finora che fosse per la morte del figlio, ma potrebbe non essere così. Leggi il resto : Doc, Nelle tue mani: terza stagione

Ma cosa è successo a Pisa?

Da giorni leggo notizie, commenti, critiche e polemiche su un fatto increscioso avvenuto a Pisa. La cosa ha attratto la mia attenzione in modo particolare dato che, in quella ridente cittadina toscana, io ho vissuto per circa 15 anni, come studente universitario prima, e con i miei primi lavori nell’informatica poi. Lì è dove sono diventato adulto (sebbene alla soglia dei cinquant’anni non mi senta proprio degno di quell’appellativo, ma questa è un’altra storia) ed ho conosciuto molti dei miei amici, lì è dove ho incontrato Sunshine e dove mi sono sposato. Ecco perché mi si drizzano le antenne ogni volta che questo luogo a cui sono particolarmente affezionato spunta sui giornali. E se già pensavi “ecco, camu dice dice, ma poi quando si tratta di parlare di qualcosa che possa rappresentare una critica al suo governo tanto amato, fa finta di nulla”, non hai capito di che pasta sono fatto. Se qualcuno ha sbagliato, non m’importa che sia di destra o di sinistra, dovrà pagarla. Voglio sperare che il governo non preferirà insabbiare la cosa e proteggere anche le mele marce, perché finirebbe solo per danneggiare la polizia stessa. Leggi il resto : Ma cosa è successo a Pisa?

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