due chiacchiere

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Match point, vince il cattivo?

Finalmente un film dove non trionfa il buonismo del classico “e vissero tutti felici e contenti” americano. La trama raccontata da Woody Allen in Match Point è tutt’altro che scontata. La moglie ed io l’abbiamo rivisto un paio di sere fa. Ma non preoccuparti, non ti svelerò come va a finire la storia, proprio perché penso valga la pena di guardare questo film fino in fondo, fino all’ultima battuta. Per rendersi conto di come un anello può cambiare completamente la vita di una persona. Si, perché andando oltre l’intera storia d’amore e di passione, secondo me quello che il regista voleva mettere a fuoco è proprio questo: un piccolo “errore” nei gesti che facciamo ogni giorno, può diventare il perno di una esistenza completamente diversa. Leggi il resto di Match point, vince il cattivo?

Comprimere i fogli di stile

Sempre per la serie “come sto facendo dimagrire il tema del mio sito”, ti segnalo oggi uno strumento utilissimo per ridurre la dimensione dei fogli di stile: CSS Compressor. Basta dargli in pasto quello del proprio sito, per vederselo restituire lindo e tirato, meno ingombrante in media del 20%. Non si tratta di una compressione “a basso livello” che necessita lavoro extra da parte del browser: semplicemente vengono rimossi gli spazi, le interruzioni di linea, e le definizioni ridondanti.

Tutte cose che servono per leggere comodamente un foglio di stile, ma inutili nella maggior parte dei casi. Nello specifico del mio blog, sono riuscito a risparmiare il 20%, passando da 14 kilobyte a circa 10. Analogo metodo ho seguito per il Javascript che fa funzionare la barra scorrevole e altre amenità presenti: con Javascript Compressor, passando da 15 kilobyte a 5. In questo modo sono riuscito ad eliminare quasi del tutto l’effetto di “attesa” prima di veder scorrere la barretta qui a fianco.

La festa degli aquiloni

Il piccolo stato del New Jersey, negli Stati Uniti, si affaccia sull’oceano atlantico per diverse centinaia di chilometri. Il caldo estivo e le belle giornate, invogliano a trascorrere allora un bel fine settimana fuori porta. Magari ad ammirare la gara internazionale di aquiloni, e divertendosi a passeggiare sul lungomare che sembra quello di Baywatch. Senza Pamela Anderson e David Hasseldorf, ma con quel modo tutto americano di vivere l’estate.

Che alito tira nella tua bocca?

Si avvicina il tempo degli esami, a scuola. Due anni fa davo alcuni consigli pratici. Oggi mi voglio soffermare su un problema particolare. Quasi nessuno se ne accorge, ma l’alito cattivo è più diffuso di quello che possiamo immaginare. Ricordo sempre con terrore una persona che conoscevo in Italia, che non si rendeva conto degli effluvi pestilenziali che uscivano dalla sua bocca: starle accanto era una tortura, ogni volta. L’alitosi, infatti, può rappresentare una grande limitazione nei rapporti interpersonali, inducendo chi ti è vicino ad evitare il più possibile contatti troppo ravvicinati con il prossimo. Allora non basta riempirsi la bocca di gomme da masticare e sperare che il nostro vicino non si accorga del problema: bisogna conoscere il nemico, e debellarlo alla radice. Leggi il resto di Che alito tira nella tua bocca?

Otto dollari al pacchetto

Finalmente hanno approvato una modifica alla legge sulle imposte, qui nello stato di New York, in base alla quale le “tasse” sulle sigarette passano da poco più di un dollaro a quasi 3. Portando così il costo di un pacchetto ad otto dollari ciascuno. Segue il solito codazzo di interviste, pareri autorevoli, malcontenti. I fumatori però, nel tipico stile anglosassone, non sembrano eccessivamente incavolati: per noi, dicono, la sigaretta è un vizio difficile da smettere, e non sarà certo un dollaro in più a farci cambiare idea. Allo stesso tempo i nuovi guadagni che finiranno nelle casse dello stato, serviranno a migliorare la rete dei centri che aiutano a smettere. Io dico semplicemente: ma non si farebbe prima a ritirarle completamente dal mercato?

Se ci sei, batti un colpo

Comunicazione di servizio: mi dicono dalla regia che ci sono problemi a lasciare un commento su questo blog. Alcuni visitatori, pur compilando correttamente tutti i campi, non riescono ad esprimere il proprio parere. Ho effettuato delle prove, e non riesco a riprodurre il problema, quindi ti chiederei il favore di provare ad aggiungere un commento qui di seguito. Nel caso anche tu trovassi difficoltà, usa tranquillamente il modulo di contatto (almeno quello dovrebbe funzionare) per segnalarmi la cosa. Grazie.

Incolpare le agenzie web

Molte organizzazioni, pensando di risparmiare sui costi, affidano all’esterno lo studio della strategia d’azione, della progettazione e della manutenzione del proprio sito web. Il mio giudizio su questa pratica tanto diffusa, non può che essere negativo: affidare a terzi una funzione così fondamentale come la strategia d’azione, è il primo passo per la creazione di una dipendenza continua dall’agenzia. La quale, se agisce in “mala fede”, potrà presto tratte molti vantaggi dal cappio che è riuscita ad infilare al collo dei malcapitati.

Certo, in molti casi il lavoro di squadra tra committente ed agenzia, produce ottimi frutti: non tutti sono in grado di analizzare le dinamiche aziendali, e di tradurle in qualcosa di funzionale per il web. D’altro canto, come dico sempre in questi casi, ad ognuno il suo mestiere. Una fattiva collaborazione può portare allo sviluppo di un sito che soddisfi le esigenze dell’azienda committente e dei suoi utenti allo stesso tempo. Ma può tradursi in un vero disastro, se l’agenzia che sviluppa il sito non è seguita costantemente, viene lasciata all’oscuro delle dinamiche aziendali, e non realizza studi su misura per misurare i vari fattori aziendali. Leggi il resto di Incolpare le agenzie web

Un’Europa lontana dalla gente

A quanto pare gli Irlandesi, mostrando il loro carattere fiero e deciso, non si sono lasciati abbindolare dalle sirene dell’Europa, ed hanno detto “noi non ci stiamo a sottoscrivere un accordo che neppure riusciamo a capire”. Guarda caso, l’ennesimo fiasco quando si tratta di interpellare i cittadini su cosa pensano di quest’Unione Europea. Che sembra ogni giorno di più calata dall’alto, e non nata dalla volontà di aggregazione di popolazioni con interessi ed idee convergenti. L’Europa è la lentezza di Bruxelles di prendere le decisioni per il bene degli abitanti dei suoi 27 stati (se non ho perso il conto), è l’incapacità di fare la voce grossa nel contesto internazionale, l’impossibilità di avere un’identità che vada al di là dei campanilismi nazionali. Le varie nazioni, ci dice il risultato referendario, non hanno nessuna voglia di essere gli Stati Uniti d’Europa: il sentimento che lega insieme i 200 milioni di americani, non esiste per nulla, dall’altra parte dell’oceano. Leggi il resto di Un’Europa lontana dalla gente

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