due chiacchiere

Archivio degli articoli in ripostiglio, pagina 32

Il cameriere vuole la mancia

Se stai progettando un viaggio negli Stati Uniti, tu Italiano abituato a pagare il “coperto” quando vai al ristorante, sappi che qui non funziona alla stessa maniera. Il cosiddetto tip (la mancia) è a discrezione del cliente, e manifesta soddisfazione al cameriere che ti ha servito la cena. Non lasciare la mancia equivale a dirgli “stasera hai fatto proprio schifo”, sul serio. Pare che questa pratica di filarsela senza aver dato la mancia, o magari pochi spiccioli, sia molto diffusa tra gli europei, come testimoniava un articolo che ho letto su un quotidiano l’altro giorno.

Quasi tutti i camerieri che lavorano in città ne sanno qualcosa: il recente rafforzamento dell’euro ha incrementato il numero di turisti europei che arrivano nella Grande Mela, ignari di questa differenza di abitudini, nel continente americano. Anche perché i poveri giovanotti che girano tra i tavoli, campano sostanzialmente di mance, e poco di stipendio fisso. Quindi eccoti la regola pratica: calcola almeno il 15% del conto (il 20 se ti hanno trattato bene) ed aggiungilo al totale. In molti casi trovi lo spazio anche nella ricevuta della carta di credito, per agevolarti l’operazione. E ricorda: il coperto, qui in America, non è mai incluso nel conto. Tranne in alcuni ristoranti dove stanno iniziando a prendere contromisure contro la spilorceria europea 🙂

In America è tutto… chiaro

Per l’appuntamento periodico con la lingua inglese, vorrei parlare oggi dell’uso della parola clear. A scuola abbiamo imparato che vuol dire chiaro, limpido, ed in maniera meno letterale anche pulito o pulire, a seconda del contesto. Ma nella loro semplicità di vocabolario, gli americani le riservano anche altri usi altrettanto interessanti. Se prendi la metropolitana e senti annunciare all’altoparlante stand clear of the closing doors, please, non vuol dire che devi farti “pulire” dalle porte che si stanno chiudendo. Al contrario, significa “siate al sicuro da” e può essere usato in tanti altri contesti: uscendo dal garage con l’auto, chiederai al passeggero Am I clear? Che in maniera libera potrebbe essere tradotto con: posso andare? Letteralmente: sono al sicuro, se vado?

Bussare sul legno porta fortuna

Ora che inizio a fare pratica con l’inglese in maniera più seria, voglio condividere con te i modi di dire più strani in uso sulla costa americana dell’Atlantico. Ad esempio, mentre in Italiano il gesto scaramantico con cui ci si augura buona fortuna per il futuro è toccare un oggetto metallico o di legno, accompagnato dalla frase “toccando ferro” (non Tiziano), qui si dice knocking on wood. Letteralmente si tradurrebbe “bussando sul legno”, ed in effetti la frase è spesso accompagnata dal gesto di battere il pugno chiuso su una superficie (un tavolo, l’altra mano). Se invece vuoi dire che sei fortunato dalla testa ai piedi, non userai la frase from head to feet, ma più correttamente from head to toe. Letteralmente, dalla testa al pollicione (il ditone del piede).

Ricerche strampalate sul blog

Ebbene si, oggi voglio fare i complimenti ai naviganti che sono arrivati su questi lidi cercando frasi davvero curiose. Lo so che ai tempi d’oggi non c’è più nulla di cui stupirsi, ma ammetto che spulciare tra le mie statistiche, ed analizzare le stringhe di ricerca, è un passatempo che mi diverte moltissimo. Ad esempio c’è chi ha cercato chi è la ragazza delle arance, volendo scoprire in anticipo il segreto raccontato nel libro di Jostein Gaarder. Oppure chi, preso da un momento di sconforto, si è affidato ad un motore di ricerca ed ha digitato capita tutto insieme eventi negativi, finendo per trovare l’ispirazione nell’articolo dove parlo della Profezia di Celestino. E confermando che, tutto sommato, questo blog può essere utile a qualcuno. Leggi il resto di Ricerche strampalate sul blog

Boss, profumi per la pelle

Dopo aver vinto un concorso parlando di un rasoio, qualche mese fa, oggi voglio riprovarci scrivendo un articolo sul profumo di HUGO BOSS. Che peraltro ho già usato in passato e che qui negli Stati Uniti è abbastanza diffuso. L’idea di partecipare mi è venuta leggendo il blog di Emanuele. Come lui diceva nel suo articolo, non ho l’obbligo di recensire positivamente il prodotto, ma apprezzo allo stesso tempo la lungimiranza dei responsabili marketing dell’azienda, che hanno capito l’importanza di attirare nuovi clienti rivolgendosi ai “network” più in voga in questo momento: i blog. Peccato che siano ancora troppo poche le aziende italiane che ci credono, e che investono in questo settore. Ma bando alle ciance, ecco cosa penso di questo profumo. Leggi il resto di Boss, profumi per la pelle

Altro che protocollo di Kyoto

Leggo spesso gente che critica gli Stati Uniti perché non hanno voluto firmare il procollo di Kyoto, all’epoca. Ho già espresso a suo tempo come la penso in merito. E le mie convinzioni si rafforzano quando leggo su ecoblog che la città di New York ha deciso di sostituire le lampade a bulbo dei principali ponti, con le più economiche e durature lampade a led. Si parte dal ponte di Verrazano, che è tra l’altro uno dei miei preferiti: imponente ed elegante, si fa notare per quell’aria aristocratica che lo contraddistingue. Leggi il resto di Altro che protocollo di Kyoto

San Francisco multietnica

Questa è l’impressione che ho ricevuto girando per alcuni quartieri della famosa città californiana. Sia nell’architettura che nel modo di fare della gente. Camminando un po’ si passa dal quartiere cinese a quello italiano, dall’area economica con i grattacieli a quella del divertimento e della gente dai vestiti d’altri tempi. La sensazione che ti lascia è completamente diversa da quella di New York: nella città dell’economia mondiale si corre, si guadagna, ci si stressa; nella città dal perenne clima temperato invece si respira un certo rilassamento e la voglia di godersi la vita al di là del lavoro. Leggi il resto di San Francisco multietnica

I Giapponesi a San Francisco

Se ti chiedessi di dirmi dov’è stata scattata la foto qui sotto, probabilmente risponderesti in Giappone o Cina. Mai potresti immaginare che invece la porta ritratta si trova nel bel mezzo di San Francisco. Si tratta dei Giardini Giapponesi del Te, un parco gigantesco costruito ad immagine e somiglianza dei giardini d’oriente, fin nei più piccoli particolari. Con soli 4 dollari è possibile varcare la soglia tra le due civiltà, e ritrovarsi immersi come per magia nei profumi e nei sapori veraci del Giappone. Con i suoi fiori, le sue pagode, le statue del Buddha ed i laghetti pieni di carpe.

Porta di ingresso tipica giapponese
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