due chiacchiere

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Accessibilità, vent’anni di legge Stanca

Il 9 gennaio 2004, il Parlamento italiano approvava all’unanimità una legge all’avanguardia in Europa e nel mondo, la cosiddetta Legge Stanca sulla accessibilità dei siti internet della pubblica amministrazione. Che impostava un quadro normativo mirato ad incoraggiare amministrazioni pubbliche ed aziende private ad ammodernare i propri siti web per renderli fruibili da parte di persone diversamente abili. Perché fino ad allora, nel Far West che era stato il web a partire dagli anni ’90, da MySpace a Blogger, nessuno si era preoccupato di come ad esempio un utente con problemi alla vista potesse usufruire di quella mole di informazioni a disposizione di tutti. Io già ne parlavo circa 12 anni fa, notando come i buoni intenti del legislatore fossero finiti nei fatti a tarallucci e vino (e ti pareva), per la mancanza di una cultura della sensibilità e di un ventaglio di competenze tecniche necessarie ad attuare quelle linee guida. Leggi il resto di Accessibilità, vent’anni di legge Stanca

L’inglese è una lingua strana

Così capita che, varcata la soglia dei diciotto anni di onorato servizio di questo blog, abbia l’onore di pubblicare su queste pagine il primo post ispirato dalla figlia piccola. Sono quelle impercettibili soddisfazioni della vita. In realtà è da quando siamo tornati dall’Italia che le ho raccontato di avere un piccolo diario online dove farnetico del più e del meno, per la gioia di una manciata di lettori che per motivi inspiegabili continuano a seguire le avventure del signor Camu. L’altra sera, mentre con la sua pazienza serafica, la figlia piccola correggeva uno dei miei errori di pronuncia, ha deciso di mostrarmi un video che aveva visto su TikTok credo, in cui il protagonista condivide la sua immaginaria irritazione per come si pronunciano certe parole in inglese. Tutti sappiamo che read può essere pronunciato sia riid che rèd a seconda del contesto. Ma ti sei mai trovato a cercare di decifrare la differenza tra flour (farina) e flower (fiore)? Leggi il resto di L’inglese è una lingua strana

I buoni propositi per il 2024

Per qualche tempo, durante il periodo di massimo splendore della blogosfera, ho mantenuto la tradizione di usare il primo post dell’anno per compilare un elenco di buoni propositi, un rito propiziatorio che potesse portare un po’ di buona sorte durante i dodici mesi che mi si paravano davanti. A distanza di più di un decennio dall’ultima volta, rileggo con piacere le mie farneticazioni dell’epoca. Dalla gioia che esprimevo per l’acquisto della nostra prima casa nel 2009, che da allora abbiamo venduto per acquistarne una più grande ed adatta alla famiglia che è cresciuta, ai progetti per espandere il mio plugin per le statistiche, che all’inizio dell’anno scorso ha trovato una nuova casa e che adesso continua a crescere nelle sapienti mani della VeronaLabs. In fondo, come ricordavo anche nel mio recente audiopost (si dice così?), il bello di mantenere un blog è proprio questo: mettersi a sfogliare le pagine del passato, specialmente quello remoto, e vedersi scorrere davanti agli occhi la propria vita. Leggi il resto di I buoni propositi per il 2024

Due anni di (nuove) chiacchiere

Ebbene sì, cari lettori di due chiacchiere punto it, questo è il primo post audio della storia di questo blog. Finalmente ho trovato il tempo, la voglia e le risorse per metterlo insieme. A dire la verità sono mesi che sto pensando a quali parole usare per cominciare questo esperimento che segna tutto sommato una piccola evoluzione/rivoluzione in casa due chiacchiere, in casa Camu. Poi ovviamente c’è tutta la questione di trovare gli attrezzi e gli strumenti digitali per fare una bella registrazione, per metterci un po’ di audio di sottofondo. Insomma, quando uno comincia e si mette davanti al computer per mettere insieme questo piccolo, questi pochi minuti di audio registrato per il blog, all’inizio pensavo che me la sarei cavata in una mezz’oretta al massimo e invece mi ci è voluto quasi quasi un paio di settimane per arrivare al prodotto che speravo potesse essere all’altezza dell’omino talebano che siede sulla mia spalla. Comunque sia, bando alle ciance, magari nelle prossime puntate se riesco a fare un altro episodio, potrò raccontare un po’ di più sui dietro le quinte di questa avventura audio grafica.

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Elf on the shelf

Dato che un paio di giorni fa ti parlavo del gioco natalizio dell’elefante bianco, ho pensato di continuare oggi sulla stessa scia, condividendo un’altra tradizione tipica della cultura a stelle e strisce: l’elfo sulla mensola. Un gioco particolarmente caro ai più piccoli, che si ripete ogni anni durante le feste. Nato da un libro pubblicato nel lontano 2005, vede come protagonisti tanti piccoli aiutanti di Babbo Natale, che verrebbero mandati in avanscoperta nelle case di tutto il mondo per prendere nota di chi si comporta bene e chi no, per poterlo poi riferire a chi di competenza. Per mimetizzarsi, ogni piccolo elfo prende le sembianze di un pupazzo durante il giorno, e va spostandosi di stanza in stanza per avere una visuale migliore di quello che succede. La parte divertente per i bambini diventa quella di scoprire dove s’è nascosto il piccolo elfo ogni mattina. Leggi il resto di Elf on the shelf

Buon Natale con l’elefante bianco

Non so quanti tra i miei piccoli lettori si preoccuperanno oggi di controllare il loro feed per scoprire cosa succede nella blogosfera. Prima di tutto vorrei augurarti che tu possa passare questo Natale con attorno le persone più care che ti fanno star bene. Perché, significato religioso e commerciale a parte, il vero senso di queste feste è, secondo me, quello di riconnettere i rapporti sfilacciati da tre anni di montagne russe (tra Covid e guerre varie),  che hanno fiaccato la nostra voglia di socialità. Proprio in quest’ottica, vorrei raccontarti oggi di una tradizione molto diffusa nel Paese a stelle e strisce, specialmente nell’ambito lavorativo: lo scambio dei doni dell’elefante bianco. Tutti ci siamo trovati in una situazione in cui non sapevamo cosa regalare ad un gruppo di amici o di colleghi in ufficio. Bene, l’elefante bianco può essere la soluzione che toglie d’impaccio tutti quanti. Il nome, stando a Wikipedia, sembra legato ad una diceria secondo cui un principe thailandese regalò, appunto, un pachiderma albino ad alcune persone che gli stavano antipatiche: vista l’unicità dell’animale, non se ne sarebbero potuti disfare facilmente, ed avrebbero dovuto sobbarcarsene i costi relativi. Leggi il resto di Buon Natale con l’elefante bianco

Il rapporto del Censis per il 2023

Uno degli appuntamenti tradizionali di questo blog, che si ripete da tempo immemore, sono le mie riflessioni a margine del Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese pubblicato dal Censis. Quest’anno ho deciso di fare una cosa un po’ diversa, estrapolando l’intervista fatta da Alessandro Milan in una recente puntata della sua trasmissione al direttore generale di quest’istituto, Massimiliano Valerii (no, le due i non sono un refuso). Lo studio, per chi non lo conoscesse, fornisce uno spaccato decisamente interessante sulla società italiana. Quest’anno la parola chiave sembra essere sonnambuli: per gli italiani tutto è emergenza, dunque, alla fine, nulla lo è veramente. L’84% degli italiani è impaurito dal clima impazzito, il 73,4% teme per il futuro del Paese per i suoi problemi strutturali, il 73% è convinto che per via degli sconvolgimenti globali arriveranno in Italia sempre più migranti e non sapremo come gestirli. Ma ancora: il 53% teme il collasso finanziario dello Stato, il 60% ha paura dell’esplosione di un conflitto globale e il 50% è convinto che non abbiamo abbastanza difese contro il terrorismo. Eppure, nessuno riesce a reagire in maniera vigorosa, come invece accade altrove nel mondo. Leggi il resto di Il rapporto del Censis per il 2023

Last Christmas

Giunti alle porte del Natale anche per quest’anno, vorrei consigliarti oggi un film che abbiamo guardato qualche sera fa in famiglia: Last Christmas. La figlia piccola ha suggerito l’idea di una specie di calendario dell’avvento a film, dove ogni fine settimana scegliamo una pellicola natalizia da gustarci in salotto tutti insieme. Si va dai grandi classici tipo Mamma ho perso l’aereo e Qualcuno salvi il Natale, a commedie romantiche più moderne. Io ho provato a suggerire Una poltrona per due tra quelli da aggiungere all’elenco, visto che in Italia è sempre un grande classico che va in onda ogni vigilia di Natale, ma il resto della camufamiglia mi ha guardato come se avessi due teste e sei braccia… pazienza, non apprezzeranno mai il fascino di quel capolavoro, poveri loro!

Ad ogni modo, Last Christmas è una commedia sentimentale ambientata nella Londra di una decina d’anni fa, in cui incontriamo Kate e la sua vita strampalata fatta di un lavoro che non le piace più di tanto, una sfilza di amici a cui continua a causare guai, ed una famiglia di origine jugoslava scappata a Londra dopo la guerra nei Balcani. Prima di continuare, il solito annuncio ai naviganti: nel seguito parlerò della trama del film, quindi se non vuoi rovinarti la sorpresa, per oggi puoi fermarti anche qui. Gallo avvisato, mezzo accoppato, come diceva un tempo Renato Pozzetto.

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