due chiacchiere

Archivio del mese di giugno 2010, pagina 2

Il cervello riconfigurato

Leggevo l’altro giorno un interessante articolo su Wired che spiegava come la rete abbia cambiato il modo di funzionare del nostro cervello, letteralmente. Stando ad un esperimento condotto da un professore americano, la gente assuefatta alla navigazione ipertestuale ha un’attività celebrale molto più marcata dei neofiti che invece non hanno dimestichezza con mouse da cliccare e pagine web. In particolare l’area della corteccia prefrontale, associata con la risoluzione dei problemi ed il dover decidere qualcosa, si accendeva molto più spesso. Mentre sottoponendo i due gruppi alla lettura di un libro od altre attività “lineari”, non si notavano differenze sostanziali. Insomma, il cervello dei vecchi lupi di mare… ehm, del web, si è riconfigurato, cambiando le connessioni tra neuroni, in seguito all’uso di Internet. Leggi il resto di Il cervello riconfigurato

Automatismo dell’indignazione

Leggevo qualche giorno fa un interessante articolo di Mantellini sul recente clamore suscitato da un emendamento subito etichettato come “salva pedofili”. Un cavillo inserito zitto zitto nel più grande disegno della legge contro le intercettazioni. Già in passato m’era capitato di osservare come il “popolo del web” s’indigna troppo facilmente, senza dedicare un briciolo di tempo ad approfondire la questione. Le pecore di Facebook corrono a formare gruppi, spargono bugie e s’indignano a priori. Nel mio caso invece mi piace indagare, capire, approfondire. E non perché io sia di destra o di sinistra, ma solo perché non mi piace essere l’ennesimo pecorone che prende per oro colato tutto quello che legge sul primo blog che capita. Oggetto del contendere: stando ai soliti bene informati, l’emendamento depenalizzerebbe le violenze sessuali. Apriti cielo! Dice Mantellini:

Possibile che nessuno mostri una minima curiosità verso la natura del’emendamento? Gasparri è un fiancheggiatore dei peggiori pedofili? Statisticamente improbabile, Gasparri ha già un sacco di problemi suoi. E se tutto questo non bastasse, l’indignazione del “popolo del web” ottiene subito immediato supporto anche da chi le domande dovrebbe magari porsele per mestiere: Repubblica per esempio cavalca la tigre in un articolo di Carmine Saviano e domanda anch’essa, fin dal titolo e a gran voce, i nomi dei proponenti il turpe emendamento.

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As you surrender to her

Oggi Laura aveva il turno del mattino in ospedale. Mentre Enrico stava sotto la doccia, lei s’era vestita ed ora si truccava davanti allo specchio in camera da letto. L’idea di avere un mobiletto con sgabello e specchio le era sempre piaciuta, vista nei film tante e tante volte, e sperimentata di persona in un albergo di lusso qualche anno prima durante il viaggio di nozze. Così quando ne trovò una dalle misure adatte e dal colore appropriato all’Ikea, non se lo fece ripetere due volte. Ci volle mezza giornata per montare tutti i pezzi, ma alla fine ne era valsa proprio la pena. Un angolo in cui poteva coccolarsi pettinandosi anche per mezz’ora, dopo una giornata dura e faticosa. Ma erano già le sette e quaranta, ed in mezz’ora avrebbe dovuto timbrare il cartellino, quindi non indugiò oltre. Con lo scooter c’avrebbe messo una decina di minuti, anche perché l’ospedale era  fuori città, quindi non si sarebbe neppure dovuta infilare nel traffico mattutino. Leggi il resto di As you surrender to her

La mozzarella bianca americana

L’altro giorno la moglie m’ha portato a mangiare in una pizzeria a 15 minuti da casa nostra, un posto gestito da italiani dove si può assaggiare un’ottima pizza cotta nel forno a legna (raro, da queste parti), con basilico fresco, crosta morbida e sottile, e pomodoro al giusto punto di acidità. Buonissima: se non fosse stato per il colore della mozzarella avrei giurato che fosse una pizza proveniente direttamente dall’Italia. Già, una cosa che noterai quando verrai qui in America è quel bianco quasi artificiale dei latticini sul disco di pane: un bianco gesso a cui io non ero abituato, data la tonalità “bianco sporco” dell’equivalente prodotto culinario italico. Per carità, il sapore è uguale, persino la consistenza filante, e stando a quanto dichiarato nel menù, si tratta di mozzarella di bufala. Ma sono certo che quel bianco che più bianco non si può, farà storcere il naso a molti turisti. Leggi il resto di La mozzarella bianca americana

I cms sono già fuori moda

Discutevamo l’altro giorno col mio capo al lavoro su come il compito di mantenere un sito web stia attraversando una nuova fase: quella in cui i sistemi per la gestione dei contenuti (altrimenti noti come cms, content management systems) monolitici non siano oramai proponibili, specialmente nelle grosse realtà. Questo perché il contenuto non risiede più in un unico posto: l’arrivo del cloud computing e delle API consente di costruire una pagina prelevando spezzoni di informazioni da sorgenti diverse. Si pensi alla tipica home page di una media organizzazione: ci sarà un elenco di eventi che i redattori inseriscono in un’applicazione calendario, ci sarà un video pubblicato su YouTube, ci sarà un cenno al prodotto di punta, i cui dettagli sono contenuti in un database separato contenente l’inventario (o catalogo) aziendale, e se è un’azienda “figa” ci sarà un link all’ultimo post pubblicato sul blog ufficiale, a sua volta gestito magari con WordPress. Leggi il resto di I cms sono già fuori moda

La bella Venezia americana

Se ti dicessi che in più di trent’anni di permanenza sul territorio italiano, m’è capitato di vedere Venezia soltanto una volta, stenteresti a crederci, vero? Beh, posso dirti che di quelle due giornate in Laguna, conservo dei bellissimi ricordi: le passeggiate tra i vicoli imbevuti dell’aroma del tipico fegato soffritto con le cipolle, piazza San Marco di sera con le orchestrine che intonano i valzer ballati da Al Pacino, la stazione ferroviaria che sbocca direttamente sull’acqua e tante altre meraviglie di questa città che tutto il mondo c’invidia. Specialmente qui in America, dove sono veramente innamorati di tutto ciò che è italiano, dall’abbigliamento all’arte, dall’arredamento alla tradizione culinaria, ovviamente. Senza timore d’essere smentito, posso spingermi a dire che gli americani amano l’Italia più degli italiani stessi. L’altra sera, ad esempio, una trasmissione televisiva ci ha portato a visitare virtualmente le meraviglie del Venetian Hotel di Las Vegas. Che immediatamente abbiamo aggiunto alla (lunga) lista di cose da vedere durante la nostra permanenza nel Paese a stelle e strisce. Leggi il resto di La bella Venezia americana

Un racconto nato da un sogno

L’altra notte ho sognato un nuovo capitolo di un racconto che il mio cervello sembra aver costruito in maniera del tutto indipendente ed autonoma. Già, mi sta capitando ultimamente di essere spettatore di una storia messa in scena, a puntate, dalla mia mente. A differenza dei telefilm, non mi è dato sapere quando il mio alter ego decide di mandare in onda una nuova puntata, quindi è sempre una piacevole sorpresa, specialmente se le immagini riescono ad imprimersi quel tanto che basta a poterle ricordare anche dopo aver aperto gli occhi. Così ho deciso di trascrivere questi spezzoni qui sul blog, attaccando le parti oniriche con una colla razionale, ricostruendo i pezzi mancanti e, come cantava qualcuno, cercando di dare un senso a questa storia. Anche se un senso, forse, questa storia non ce l’ha. Le “puntate” non avranno un ordine sequenziale e neppure una cadenza specifica, per preservare quel retrogusto onirico da cui tutto ha avuto origine. Buona lettura. Leggi il resto di Un racconto nato da un sogno

L’America delle tre s…

Un po’ di tempo fa scrissi un articolo in cui riflettevo su tre “proprietà americane” che iniziano con la lettera p. Ora, leggendo un recente intervento di Palbi, pensavo che lo stesso esercizio si potrebbe ripetere con la lettera s: scuola, senso civico, semplicità amministrativa. Tre fattori che fanno la differenza tra l’organizzazione sociale del Belpaese e quella della nazione dell’uomo abbronzato (altrimenti noto come Obama). La prima, la scuola, è d’attualità più che mai in questi giorni, in cui la ministra italiana propone cose del tipo “si rientra ad ottobre” oppure “niente maturità senza sufficienza”, proclami sui quali la gente si strappa i capelli e grida allo scandalo, semplicemente per partito preso oppure perché ha delle buone motivazioni. Ma proprio l’intervento di Palbi, fa notare come le priorità del ministro dovrebbero essere altre. Perché la scuola, che lo si voglia o no, è la radice della società, è dove i ragazzi della generazione futura imparano non soltanto a leggere, scrivere e far di conto, ma anche ad interagire, cooperare, confrontarsi. Leggi il resto di L’America delle tre s…

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