due chiacchiere

Articoli recenti

La ricchezza casearia americana

La scorsa estate, quando siamo venuti in Italia, non ho fatto caso all’offerta casearia disponibile nei supermercati della zona. Non so se le cose siano cambiate nel Belpaese rispetto a sedici anni fa, ma una differenza che ho sempre notato con il Paese dello zio Sam è la variegata moltitudine di prodotti derivati dal latte. E prima che qualcuno storca il naso, questo post non è inteso come una critica verso l’Italia, ma più come una curiosità con la quale ti troverai a fare i conti se verrai in vacanza da queste parti. A partire dal fatto che è molto difficile trovare il latte pastorizzato ad alte temperature UHT, che invece è la norma in qualsiasi supermercato da Siracusa a Belluno. Stando ad un articolo di Reader’s Digest di qualche anno fa, il motivo è da attribuire all’ossessione degli americani per le cose fredde (ne avevo già parlato l’anno scorso), ma anche al fatto che il sapore del latte UHT non è particolarmente gradito. Leggi il resto : La ricchezza casearia americana

Huxley aveva ragione

Uno dei temi ricorrenti che ho affrontato in varie occasioni su queste pagine è il lento mutare delle priorità delle società moderne. Un paio d’anni fa scrivevo di come oramai quello che conta è soltanto il portafogli. Siamo tutti presi dalle nostre vite quotidiane, tra distrazioni e shopping, cercando un po’ di leggerezza per anestetizzarci da quel male di vivere che spesso si nasconde nelle nostre vite. Poi capita una pandemia mondiale, e ci si rende conto che il nostro status di cittadino o individuo sociale passa in secondo piano. Sebbene alcuni dei principi fondamentali che consideriamo scontati, come la libertà individuale e i diritti, sembrano non essere messi in discussione nemmeno dalle tragedie come quella del Covid, cominciamo a notare delle stonature nelle agende dei governi dei nostri Paesi. Leggi il resto : Huxley aveva ragione

Il budget di un anno tipico in casa camu

Qualche settimana fa Sunshine ed io, in un momento di calma nel fine settimana, ci siamo seduti per fare il punto del budget familiare e capire come siamo messi con le spese, tra apparecchi per i denti delle figlie, leasing della macchina e quant’altro. Un esercizio che consiglierei di fare a tutti, per avere un quadro più o meno chiaro delle entrate e delle uscite. Già, perché oggi con gli acquisti online a portata di click, è facile fare qualche spesuccia di cui non si era tenuto conto. Io stesso, lo ammetto, in passato mi sono lasciato prendere un po’ la mano, specialmente se si trattava di un gadget tecnologico. Ora che le spese per le figlie adolescenti sono in crescita, e dovendo mettere da parte qualche soldo per pagare la loro retta universitaria (che qui in America si preannuncia alquanto salata), siamo molto più attenti a dove vanno a finire i soldi guadagnati con tanta fatica durante l’anno. Ed ecco che m’è venuta in mente l’idea per questo post. Per semplicità, ho deciso di riproporzionare tutto ad un guadagno lordo di 100 mila dollari all’anno. Che sembrano tantissimi, ma vedrai che alla fine, in una famiglia di 4 persone, bastano appena per lo stretto necessario. Leggi il resto : Il budget di un anno tipico in casa camu

Linguine con gamberi e limone

Con l’inizio della primavera, non so perché, mi viene voglia di sentire il profumo della mia terra siciliana. Sarà l’odore dei dente di leone che avevo piantato un paio d’anni fa e che finalmente fanno capolino tra le siepi in giardino, sarà l’aria tiepida dei fine settimana che finalmente prende il posto di quel tempo gelido invernale del New Jersey al quale non mi abituerò mai. Non potendo annusare l’originale, mi accontento di riprodurne le vaghe sembianze in cucina, con ricette a base di pesce fresco e sapori semplici. La pietanza che ti propongo oggi è un piatto veloce da preparare, per quelle serate in cui non si ha tanta voglia di stare ai fornelli, ma piuttosto si preferisce sdraiarsi fuori in veranda a guardar le stelle chiacchierando con un amico. Leggi il resto : Linguine con gamberi e limone

Gli americani rendono TikTok illegale

In questi giorni ha fatto il giro del web la notizia secondo cui il parlamento americano sta discutendo se vietare o meno l’uso della famigerata app TikTok sul territorio nazionale. Per me sarebbe una manna dal cielo, ed un modo per convincere la figlia grande a staccarsi per qualche minuto dal suo inseparabile iPhone. Scherzi a parte, la prima cosa che ho pensato quando ho sentito la notizia in radio l’altro giorno è che ci vuole proprio una bella faccia di bronzo a portare avanti una proposta del genere giusto per stuzzicare i cinesi. Ma ricapitoliamo un po’ i fatti. La camera dei rappresentanti ha approvato a larga maggioranza, con 352 voti favorevoli e 65 contrari, la proposta di legge che apre la strada al divieto ad usare la app dei balletti e delle sfide a base di detersivo dei piatti negli Stati Uniti. Motivo? Il fatto che l’azienda cinese ByteDance controlla la piattaforma e non è chiaro cosa se ne faccia dell’ingente mole di dati raccolti sugli utenti americani. Leggi il resto : Gli americani rendono TikTok illegale

I blog che seguo nel 2024

Tempo di pulizie di primavera: si inizia a fare il cambio di stagione, si escono le maglie più leggere, e si donano ai poveri quegli indumenti che non metto più da prima del Covid (tanto le speranze di dimagrire sono sempre meno). Anche nel mondo virtuale, è l’occasione per dare una sforbiciatina alla spazzatura digitale dalla quale sono circondato: ripulisco le immagini su Google Foto (no, non servono 15 foto diverse del gatto seduto sul divano, cara figlia piccola), cancello email vecchie, e rimuovo dal lettore RSS i blog che ho smesso di seguire per un motivo o un altro. Così ho pensato di scrivere un post per condividere chi è rimasto: un modo come un altro per dare un po’ di fiato alla blogosfera italiana che resiste, nonostante le chimere delle piattaforme social. Il fatto che io stesso abbia deciso di riprendere le trasmissioni dopo così tanti anni, mi porta ad avere un atteggiamento speranzoso nei confronti delle mie iscrizioni RSS più taciturne: chissà che prima o poi mandino un segnale inatteso. Questo per dire che nell’elenco qui di seguito, troverai vari blog apparentemente abbandonati dai propri tenutari (segnati da un asterisco), ma sui quali nutro ancora una flebile speranza di rinascita. Leggi il resto : I blog che seguo nel 2024

Project 2025: l’America distopica prende forma

Tra le tante cose che l’agenda setting di stampo americano sembra volerci tenere nascoste, ce n’è una che, a mio parere, è particolarmente inquietante. Si chiama Project 2025, ed è un vademecum di migliaia di pagine da mettere in atto in caso di una vittoria di Trump. Non un semplice elenco di ideali dichiarati, ma un dettagliato manuale strategico che indica esattamente come distruggere il governo federale così come lo conosciamo, per ricostruirlo da zero. Un classico esempio di indignazione telecomandata: per molto meno i media internazionali hanno bollato Giorgia Meloni come la fascista nostalgica che avrebbe riportato l’Italia ai tempi del Duce, quando invece si lasciava agire Netanyahu indisturbato mentre smantellava il sistema giudiziario israeliano, e mentre ci si volta dall’altra parte quando i repubblicani a stelle e strisce pubblicano questi documenti. Leggi il resto : Project 2025: l’America distopica prende forma

Dollar Store, il tuttomille americano

Accidenti, non riesco a capacitarmi del fatto che siano già passati più di due anni da quando ho scritto il primo post della miniserie sulle catene della grande distribuzione americana, in cui ti parlavo del supermercato che abbiamo a due passi da casa. Oggi vorrei riprendere quel filone raccontandoti del Dollar Store, che in Italia, almeno quando abitavo lì, era popolare come Tutto Mille: un negozio dove acquistare dai piatti di carta a varie cianfrusaglie per le feste di compleanno, dai mestoli per la cucina alla palla per giocare a calcetto (ai miei tempi compravamo il Super Tele rosso). Anche in questo caso, le grandi imprese hanno messo lo zampino in queste catene di negozi, ed al momento ne esistono principalmente cinque: Dollar General, Five Below, Dollar Tree, Family Dollar, Party City. Da anni questi negozi sono sotto osservazione per il modo non proprio trasparente in cui trattano i propri impiegati e gestiscono l’inventario. Ma polemiche a parte, rappresentano una soluzione conveniente per acquistare piccole cianfrusaglie quotidiane. Leggi il resto : Dollar Store, il tuttomille americano

Torna in cima alla pagina