due chiacchiere

Una società in putrefazione?

Qualche giorno fa, il Centro Studi sugli Investimenti Sociali (meglio noto come Censis) ha pubblicato l’annuale rapporto sull’andamento della società del Belpaese. I giornali hanno dato risalto immediatamente alla nota negativa presente nel documento: quella della poltiglia sociale. Già, secondo i mezzi di “condensazione” dell’informazione, il Censis dice che siamo oramai incapaci di riconoscerci come unità nazionale, identificandoci come (le parole sono prese dal comunicato stampa) un insieme inconcludente di “elementi individuali e di ritagli personali” tenuti insieme da un sociale di bassa lega. Peccato che qualche riga prima, lo stesso comunicato tiene a precisare che “oggi si può confermare una visione positiva: sia perché cresce nelle imprese la qualità delle strategie competitive, sia perché si va allargando la base territoriale dello sviluppo” in ogni settore.

Identità ed individualismo 

Insomma, non va poi così male come i giornali vorrebbero farci credere, ma non va neppure molto bene. E non serve un istituto prestigioso per rendersene conto: i pirati della strada che vendono abiti firmati, il sistema di trasporto pubblico inadeguato e costoso, la spesa sociale elevata ma non percepita come servizio (la salute “diseguale”, come la definiscono al Censis), la condizione delle donne nel mercato del lavoro. Ce n’è abbastanza per deprimersi vita natural durante, ma ogni tanto fa bene leggere questi documenti ufficiali: serve a capire dove stiamo andando. Verso una società che ha perso la propria identità nazionale, in cui l’individualismo e la cultura dell’apparire regnano sovrani. 

Commenti

  1. ha scritto:

    […] mi piace più: troppe tasse, troppa incertezza, troppa fatica per arrivare a fine mese, troppa putrefazione sociale. Non è stata una scelta semplice, anzi in più occasioni ha dato vita a scontri e […]

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