due chiacchiere

Un grattacielo in quindici giorni

La notizia è vecchia di circa un anno, ma il fatto che i cinesi siano riusciti ad inventare una tecnologia che consente loro di costruire un grattacielo di trenta piani in 360 ore, ancora adesso, per me ha dello sbalorditivo. E dimostra ancora una volta come il destino dell’occidente del mondo sia oramai inevitabilmente segnato: un declino che mi piace paragonare a quello dell’impero romano, che sparì dopo una lunga agonia nel 476, come ci ricorda Wikipedia. In quel caso l’invasione e l’infiltrazione delle culture arrivò dalle popolazioni germaniche, nel nostro caso si tratta dei cinesi. Come altro giudicare un divario che vede da un lato l’Italia che parla del ponte sullo stretto da quando io andavo alle elementari, o l’America che lascia al buio la propria gente per 15 giorni a causa di un’infrastruttura elettrica fatiscente, e dall’altro l’intraprendenza asiatica che riesce ad investire e pensare fuori dagli schemi?

Il discorso, certo, non è così semplice: noi abbiamo conquistato diritti per i lavoratori, i cinesi ancora sono quasi assimilabili a schiavi di un capo d’azienda che ha potere di vita o di morte su di loro (e che impone loro anche il modo in cui devono lavarsi i denti, stando all’articolo da cui ho preso spunto). Ma siamo proprio sicuri che per “sopravvivere” nel villaggio globale, tutta questa rigidità lavorativa e contrattuale sia un bene per noi e per le future generazioni? Intanto nel Belpaese torna Berlusconi. Gli italiani sono davvero ostaggi di una mentalità antica mirata a conservare lo status esistente, sono davvero restii al cambiamento. Ha ragione Alain:

La classe politica di una nazione rispecchia fedelmente la nazione stessa. Questi qua non é che sono scesi da un disco volante, stanno dove stanno perché nel corso dei decenni ce li abbiamo messi noi! Prendete per esempio Renzi. Lo chiamavano “giovanotto” con una accezione chiaramente negativa. Parlava di “rottamare” i vecchi tromboni rincoglioniti, di aria nuova… quasi un rivoluzionario insomma.  Risultato? Ha perso. Ma certo che ha perso! Ma ragazzi ancora non lo avete capito? L’Italia é un paese di vecchi! Pensavate che il prossimo leader fosse Renzi?

Peccato, perché il rapporto Censis di quest’anno finalmente sembrava lasciar intravedere uno spiraglio di ottimismo, dopo aver puntato più volte il dito, nelle edizioni passate, contro la società in putrefazione del Belpaese:

Finiamo allora questo anno, pervaso di pericoli e sacrifici, con una doppia po-sitiva acquisizione. Da un lato abbiamo visto in atto impegnative politiche di vertice volte ad allineare il sistema al rigore predicato e perseguito dalle più influenti sedi di potere europeo. E dall’altro abbiamo visto milioni di persone sopravvivere da sole alla crisi, con un’intima tensione a cambiare (ad “essere altrimenti”) e con differenziati riposizionamenti di competizione e di coesione.

Commenti

  1. ha scritto:

    E’ divertente notare come il post parta esponendo le differenze tra occidente e oriente e finire col focalizzarsi, semplicemente, sulle primarie del PD dimenticando il problema macroscopico dell’intero occidente. Tu mi dirai “ma tutto parte dal piccolo”. E’ vero ti dirò io ma sembra quasi che il post sia nato per lamentarsi dell’Italia (e di argomenti ne trovo infiniti anch’io) quando è la politica democratica occidentale ad aver fatto il suo corso probabilmente e a condannarci in un dislivello del genere.
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      @Emanuele: condivido pienamente, ma se avessi dovuto trattare l’argomento molto più vasto della politica democratica occidentale, forse mi ci sarebbe voluto un blog intero solo per quello 🙂

      Tutto parte dal piccolo, siamo d’accordo su questo, e nel mio caso ho semplicemente voluto solo accennare ai contesti che conosco (quello italiano ed americano), come piccoli esempi di cosa non funziona.

  2. Caigo
    ha scritto:

    Sulla Cina ormai si è detto tutto, sappiamo che è il paese delle contraddizioni: ricchezza e miseria, grandi tecnologie e medio evo che vanno di pari passo.
    Sulla nostra piccola Italia che dire…. Torna SuperSivio che non vuol saperne di mettersi a fare il nonno come sarebbe giusto alla sua età e boh…sembra un film già visto.

    Risposte al commento di Caigo

    1. Trap
      ha scritto:

      @Caigo: non ti dimenticare del Partito Rosso.

  3. Trap
    ha scritto:

    A proposito, non so se avete mai sentito parlare di queste città “fantasma” cinesi:

    “A Chenggong sono stati costruiti circa 100.000 appartamenti rimasti praticamente vuoti. È abitata soltanto da una piccola comunità di studenti, lavoratori e guardie della sicurezza. Sia la periferia che il centro sono abbandonati, così come le ville di lusso, lo stadio e i centri commerciali.”

    Risposte al commento di Trap

    1. Caigo
      ha scritto:

      @Trap: La città fantasma mi mancava! 🙂

  4. giglio
    ha scritto:

    Quest’estate per ampliare una terrazza i due muratori incaricati ci hanno messo più di un mese….la prossima volta chiamerò un impresa edile cinese!

  5. Giuseppe
    ha scritto:

    Non capisco questa ammirazione per l’oriente.
    Stanno imponendo uno standard economico-sociale fuori da ogni logica, motivo per il quale è impossibile tenergli testa.
    Noi siamo messi male, ok, ma il cemento, la censura, la dittatura e la semi-schiavitù cinesi di sicuro non sono la soluzione ai problemi.

    Preoccupiamoci di riprenderci il nostro Paese, invece.

    Risposte al commento di Giuseppe

    1. camu
      ha scritto:

      Giuseppe, la mia non è ammirazione, ma puro e semplice constatare i fatti. Cercando di spronare noi occidentali a non dormire più sugli allori 😉

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