due chiacchiere

Scrivere meno, ma meglio

Se aguzzo bene la vista, già lo intravedo: il traguardo dei mille articoli pubblicati su questo blog. Certo, ancora la strada è lunga, ne servono almeno altri 70 per arrivare. Ma dopo aver superato quell’obiettivo, mi sono già riproposto di cambiare strategia e “linea editoriale”, se così possiamo chiamarla. Ho deciso di diminuire la frequenza dei nuovi articoli (attualmente circa giornaliera), e di aumentarne la qualità: ci saranno nuove miniserie di interventi sull’accessibilità e sullo sviluppo web in generale, poi le ricette di cucina e tutto il resto. Ma tutto sarà confezionato con più cura: ad esempio la traduzione in inglese degli interventi, che finora ho trascurato in maniera evidente; oppure una maggior attenzione alle cartoline ed agli spunti di riflessione.

E poi le mie statistiche mi dicono che la media dei lettori approdati su questi lidi, non riesce a sostenere l’attuale ritmo quotidiano: troppa informazione può causare indigestioni fastidiose, è vero. Lo so, qualcuno potrebbe maliziosamente insinuare che sto iniziando a stancarmi del blog: tutt’altro, te lo assicuro. Stando ai miei appunti, avrei da scrivere da qui ad un paio d’anni, solo usando quelli accumulati fino ad oggi. Ma com’è stato sin dall’inizio, il segno distintivo di questo diario deve essere la qualità, non la quantità.

Commenti

  1. ha scritto:

    Beh, vediamo cosa esce fuori. Io pure sono – filosoficamente -per la qualità… solo che vivo il blog in maniera abbastanza diversa e per questo me ne infischio sia di quella che della quantità. Ciò che esce esce. Se piace bene, se non piace… poco importa: piace a me ed è quel che conta! 🙂
    Ciao,
    Emanuele

  2. LaCapa
    ha scritto:

    Della serie: pochi ma buoni…

    Anche se pure questi “molti” non mi sono affatto sembrati malaccio! =)

  3. camu
    ha scritto:

    Emanuele, sono d’accordo con te. Ma per me, in quanto pubblico, il blog ha anche una specie di missione sociale (vabbè, non esageriamo) da compiere. Nel suo piccolo, s’intende. Un po’ come tu quando parli con i tuoi boyscout cerchi di usare un linguaggio adatto, immagino 🙂 E poi il talebano perfezionista che vive in me, anche lui va accontentato!
    LaCapa, grazie! Vediamo cosa viene fuori d’ora in poi… Intanto vorrei farvi notare che questo articolo è anche disponibile in inglese, cliccando sulla bandierina americana in alto a destra. Sfruttando la potenza di WordPress, a dire il vero, tutto il sito si trasforma magicamente in inglese, cliccando su quella bandierina.

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