due chiacchiere

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L’economia della felicità

Ascoltavo ieri il podcast di Focus Economia, trasmissione di Radio 24 in cui si affrontano temi legati alla finanza, ai mercati ed all’andamento del benessere a livello locale e globale. Il conduttore ha intervistato l’economista francese Serge Latouche, uno dei maggiori sostenitori della teoria soprannominata “economia della felicità” o della decrescita. Devo dire che i suoi argomenti hanno stuzzicato la mia attenzione, così sono andato a documentarmi un po’. In breve, il concetto è questo: l’economia mondiale non può pretendere di crescere all’infinito, perché prima o poi si scontrerà con un confine invalicabile, quello delle risorse “limitate” che il nostro pianeta ci mette a disposizione. Allora bisogna cominciare sin da ora a mettere in campo un nuovo concetto economico: quello della decrescita, ovvero dell’adattamento ecosostenibile dei nostri ritmi quotidiani. Lavorare meno e guadagnare di più, è uno dei concetti apparentemente strampalati di questo economista. Leggi il resto : L’economia della felicità

Il mago dei fogli di stile

Per la serie le curiosità dalla rete, ti segnalo oggi il sito di un ragazzo che riesce a fare “miracoli” con i fogli di stile. Nulla a che fare con l’accessibilità, l’usabilità o l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Semplicemente quest’artista si è messo a disegnare usando i fogli di stile: è riuscito ad ottenere, ad esempio, la faccia di Homer Simpson trasformando le lettere dell’alfabeto (basta dare un’occhiata al codice sorgente della pagina) in frammenti colorati. Alla faccia di chi dice che lavorare con i CSS è limitante.

Superata quota ottocento

Ebbene si, stando al contatore di WordPress, ho scritto più di 800 articoli da quando ho aperto questo piccolo spazio nella rete. Sicuramente non si tratta di ottocento pezzi da collezione, più della metà sono certamente schifezze di cui si poteva tranquillamente fare a meno, ma per me sono e rimangono contributi importanti. Un modo come un altro per registrare eventi e pensieri, e condividerli con gli abitanti della rete. Osservando il “taglio editoriale” che avevo un paio d’anni fa, mi rendo conto di come sono cambiato: se in meglio oppure in peggio, questo tocca a te giudicarlo. Sono anche d’accordo che un “buon” blogger ottocento articoli li scrive in un paio di mesi, ma per quanto mi riguarda, questo appena superato è un buon traguardo. La prossima meta, è evidente, sarà quella dei 1000 articoli.

Il sistema operativo sul web

Lo sapevo che andava a finire così: l’avvento di un linguaggio di programmazione associato alle pagine web, già più di dieci anni fa, lasciava intravedere la rivoluzione. Poi è arrivato Google ed ha mostrato a tutti le potenzialità di questi strumenti: programmi di videoscrittura, posta elettronica avanzata, calendari tuttofare. Vere e proprie applicazioni complesse che “girano” dentro un semplice browser. Pur con tutte le limitazioni imposte da questa piattaforma, non pensata sin dall’inizio per questo scopo. E allora come m’insegna il mio professore di Linguaggi e Compilatori, il browser si sta trasformando lentamente in un sistema operativo, perché costituisce il supporto a tempo di esecuzione per le applicazioni del web. Leggi il resto : Il sistema operativo sul web

L’inglese s’impara sul campo

Quando arrivi negli Stati Uniti, la prima cosa che ti preoccupa è ovviamente la lingua: farsi capire è fondamentale per compiere qualsiasi azione, dal comprare un pezzo di pane fino ad ottenere la patente di guida. In genere chi ha studiato inglese alle scuole superiori, pensa di affrontare, sprezzante del pericolo, ogni interlocutore senza timore. Questa falsa certezza crolla al primo scambio di battute, quando la persona con cui vuoi parlare ti chiede “How are you doing?” (o peggio nella forma abbreviata “How doing“). Ma come? Non avrebbe dovuto dire, che so, Good morning oppure Hello? Il panico ti fa diventare paonazzo: cosa si risponde in questo caso? Ma soprattutto, che diamine ti hanno appena chiesto? Leggi il resto : L’inglese s’impara sul campo

Un colore al mese sul blog

Praticamente un anno fa introducevo su queste pagine una nuova funzionalità: una combinazioni di colori diversa per ogni mese dell’anno. A dire il vero era da Febbraio che non la aggiornavo, per vari motivi. Stamattina però mi sono messo all’opera, ed anche grazie all’aiuto degli Amanti dei Colori, ho scelto il tema per Maggio. Forse ci stava bene qualcosa di più vivace, ma qui in America questo Maggio si preannuncia ancora un po’ uggioso, il sole lo inizieremo a vedere solo dopo metà mese. Quindi volevo che il mio blog riflettesse questa situazione meteorologica, anche nei colori. Però la moglie approva questo verde primaverile, e se lo dice lei, va bene per forza.

Il fu Mattia Pascal

Ai tempi del liceo avevo snobbato la lettura dei classici: chi se ne importava di Pirandello, di Goldoni o di altri autori analoghi. C’erano letture più moderne, più vicine ai ragazzi, da esplorare grazie al loro linguaggio semplice e lineare. C’erano poi i fumetti, da Dylan Dog ai manga giapponesi. Poi sono cresciuto, ed ho riscoperto l’amore per i grandi libri della nostra letteratura: forse anche la lontananza dall’Italia ha contribuito. Ho appena finito Il fu Mattia Pascal, la storia di un povero sfigato che, pur ricevendo un trattamento di favore dalla sorte, non riesce ad approfittarne fino in fondo, ritrovandosi ogni volta con un pugno di mosche in mano. Leggi il resto : Il fu Mattia Pascal

Tu puoi salvare la reperibilità

Tutti sembravano avere il loro posto nel ciclo di vita del progetto presso l’agenzia di web design. Tutti tranne Reperibilità. Di tanto in tanto qualcuno notava il suo valore aggiunto, analizzando un progetto, ma invece di darle l’attenzione che si meritava, ad esempio investendo su di lei, la incaricavano di portare i soldi guadagnati alla zia SEO. Questa aveva compassione di lei, la stringeva a sé e la nutriva tutto il giorno con tante gustose parole chiave. Finì per trascorrere così tanto tempo da zia SEO, che tutti iniziarono a confondere le due: Reperibilità è diventata SEO, dicevano tutti. Così le davano sempre meno importanza. Leggi il resto : Tu puoi salvare la reperibilità

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