due chiacchiere

Lorenza incontra Adamo

Dopo la “pausa” della scorsa settimana, in cui l’intervista da doppia si è trasformata eccezionalmente in singola, riprende il consueto appuntamento per (ri)scoprire gli abitanti del pazzo mondo chiamato blogosfera. Oggi ho invitato Lorenza ed Adamo. Lei racconta “Io mi sono fatta il blog, a suo tempo, con l’idea che, a prescindere dal numero dei lettori eventualmente conquistati, almeno avrei avuto la possibilità di descrivere quello che nessuno (giornalisti, intellettuali, politici, supposti esperti) si prende la briga non solo di raccontare ma, almeno, di vedere: la vita di una persona comune che, incidentalmente, di mestiere fa l’insegnante”. Di lui mi ha colpito questo divertente passaggio “Dopo 35 esami per 7 voti sul libretto, prenderò l’abilitazione per la disoccupazione eterna. Il giorno dopo (vabbè 2 giorni dopo), il governo con la g più minuscola mai inventata dai tipografi lancerà un concorso a cattedre che di fatto renderà la mia ssis vana come un Air Fresh in una torrefazione”.

Se fossi un personaggio dei cartoni animati, chi saresti?

LScusa, una alta un metro e ottantacinque che come si muove spacca qualcosa, incapace di usare le mani, totalmente priva di senso pratico, perennemente distratta e drammaticamente disordinata, chi mai potrebbe essere? Ma Pippo, naturalmente. In alternativa mi vedo bene come Willy il Coyote: perché, lo confesso, sono assolutamente convinta di essere un genio ma, chissà perché, tutte le mie genialate mi conducono inevitabilmente a sbattere contro un metaforico muro. Potrei essere anche Dexter, da questo punto di vista: ma lui è troppo basso.

ANon è facile dirlo, perché la maggior parte dei protagonisti di cartoni animati è così sfortunata! Mi ci vedo a metà tra Candy Candy e Goldrake, nel senso che a volte sono solitario e cupo come Actarus (ma con tanti superpoteri), a volte socievole e positivo come Candy, con la quale condivido una patetica sfortuna sentimentale. Ovviamente in tono scherzoso, s’intende!

Un pregio ed un difetto della città dove vivi

LAh … Piombino. Mi verrebbe da dire che il difetto peggiore di Piombino sono i Piombinesi, assolutamente convinti, chissà mai perché, di vivere nell’ombelico del mondo. Ma da un altro punto di vista questa fierezza, questo senso di appartenenza,sono anche il pregio più autentico di chi abita in questa città: il Piombinese doc, ovunque la vita l’abbia sbattuto, sentirà sempre la nostalgia di questa città, questo “paesone”, molto più bello in verità di quanto comunemente si sappia. Perché Piombino non è solo fumo di fabbrica ma anche sguardo libero sul mare, il nostro straordinario mare toscano.

AIo vivo a Parma ma abito qui solo da 10 anni. Mi è piaciuta subito perché non è dispersiva, c’è tutto quello di cui hai bisogno, c’è una bella vita culturale ed ha una dimensione che mi si addice. Il difetto forse è che è molto chiusa, si fa assai fatica a socializzare e le persone tendono a essere piuttosto diffidenti.

Quanto tempo impieghi a scrivere un post?

LDipende dal post. Ma non sono mai velocissima. Scrivo, leggo, rileggo, correggo e correggo ancora, e  comunque cerco sempre di verificare le mie fonti. L’ispirazione raramente viene meno ma, quando mi cimento con un post, cerco di essere più documentata possibile. A volte è un po’ stancante ma da quando mi sono messa “in piazza”, ho sempre avvertito  la responsabilità di non scrivere sciocchezze. A quelle ci pensano già i professionisti della scrittura, giornalisti in primo luogo.

APochissimi minuti. Quando ho voglia di scrivere qualcosa parto dal titolo. Ne invento uno, così come mi capita. Poi scrivo il post che si addice a quel titolo, tutto di getto senza pensarci troppo. Alla fine mi rileggo una volta e se sono soddisfatto pubblico il post, altrimenti vuol dire che non era il post giusto e rinvio alla prossima ispirazione!

Il tuo prossimo viaggio: quando, dove e perché

LQua non organizziamo mai niente con anticipo: improvvisamente si decide di partire e si va, più o meno all’avventura. Quindi non saprei dire. In ogni caso i viaggi migliori sono quelli mentali. e più precisamente quelli  intrapresi fra le pagine di un libro: non solo viaggi nello spazio ma anche nel tempo. Il prossimo sarà sicuramente in Ohio, nel 1951, in compagnia di Marcus Messner, protagonista dell’ultimo romanzo di Philip Roth, “Indignazione”.

ABeh qui sarà dura, eh! Non viaggio mica. Addirittura non sono mai stato all’estero, lo confesso. Non per scelta, ma non importa. Diciamo che mi piacerebbe visitare i paesi Scandinavi, ma non ho idea se riuscirò mai a realizzare questo desiderio. In compenso ho miliardi di kilometri da pendolare e ho vissuto in 5 diverse città italiane. Non è la stessa cosa ma un po’ viaggiatore mi ci sento ugualmente.

Commenti

  1. lorenza
    ha scritto:

    Grazie ancora per l’ospitalità e l’opportunità che mi hai dato. E un saluto al mio compagno di avventura in questa doppia intervista

    Risposte al commento di lorenza

    1. camu
      ha scritto:

      @lorenza, grazie a te per esseri (ri)prestata a questo gioco 🙂

  2. Ego
    ha scritto:

    Continuo a dire che ‘ste interviste doppie siano una delle robe più carine che realizzi!

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