due chiacchiere

In (quasi) diretta dal Forum PA

Da quanto tempo non prendevo il treno, l’ultima volta credo sia stato l’anno scorso per andare a fare il provino per La pupa e Il secchione… Eh già, a quest’ora sarei una star della tv, in giro per le discoteche pagato per firmare autografi e dire quattro scemate. Forse è una cosa simile a quello che accade alla protagonista del film Il diavolo veste Prada in cui lei si trova a scegliere tra la sua vita di sempre ed una piena di lusso, in cui però bisogna scendere a compromessi e fare cose che potrebbero sembrare “non giuste” dal punto di vista etico. Ma proprio come la ragazza del film, alla fine anche io non potevo che scegliere la mia vita normale, ero solo curioso di assaggiare anche solo per un pomeriggio la sensazione di entrare nel magico mondo dello spettacolo! Stavolta invece il treno mi sta conducendo a Roma, dove domani prenderò parte al Forum PA, evento annuale sull’innovazione dell’amministrazione pubblica. Si tratta di una visita lampo: partenza nel pomeriggio e rientro il giorno dopo. Un piccolo guerriero parte per apprendere le “armi” della lotta nella comunicazione, a 360 gradi.

Anche se la sfiducia che nutro verso le istituzioni, sia locali che nazionali (sarà mica perché mi ci trovo a contatto quotidianamente per lavoro?) è oramai a livelli di “non ritorno”, un barlume di speranza mi spinge a partecipare a questa mostra, per scoprire se esistono realtà in cui la “cosa pubblica” viene amministrata con coscienza e vero spirito di condivisione dei risultati con i cittadini. Ma poi finisce che guardo Report, che soffia spegnendo quel barlume di ottimismo che testardamente vorrebbe resistere. Vedremo domani, quando avrò fatto scorta di consigli e discorsi vari, che resoconto potrò farti.

Due parole sul treno

Non è mia intenzione sparare sulla “croce rossa ferroviaria”, ma dopo aver visto il servizio delle Iene non pensavo che sarei salito su una carrozza delle Ferrovie dello Stato tanto presto. Nella piccola inchiesta si analizzava la carica batterica dei poggiatesta delle poltrone, a campione sull’intero materiale rotabile in dotazione all’azienda di trasporti. Giungendo alla conclusione che poggiarvi la testa equivaleva a posarla sulla tavola del gabinetto del treno stesso. Stessa quantità di batteri! Stasera mi aspetta una bella doccia disinfettante.

Ma la colpa è spesso nostra

Questo non vuol dire che il personale delle ferrovie sia l’unico contro cui puntare il dito accusatorio. Anzi se non fosse per tante persone di buona volontà, saremmo messi peggio del Terzo Mondo. E lo dico con cognizione di causa: mio nonno era capostazione, lui ha dato tutto per il suo lavoro. La colpa è anche di chi butta la cartaccia sui binari, di chi lascia la bottiglietta vuota sul sedile, di chi poggia i piedi (e le scarpe) sulla sedia di fronte per sdraiarsi un po’, di chi sporca col suo pennarello indelebile o con la bomboletta spray. E di chi si gira a guardare dall’altra parte.

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