due chiacchiere

Il filo sottile della vita

L’altra mattina ho preso la metropolitana come tutti i giorni. Gente tranquilla, che va a lavorare, bianchi, gialli, neri, con cravatta o in maglietta sporca. Ognuno con i suoi problemi, a rincorrere i suoi guai, come cantava qualcuno. Ad un certo punto, una signora seduta a pochi metri da me si affloscia a terra, in preda ad evidenti convulsioni. Subito due persone accanto a lei la soccorrono, mentre un’altra chiama il conducente (siamo nella prima carrozza) del treno per chiedere di fermarsi in stazione. La signora sembra avere un attacco epilettico, ma si vede che nel profondo del tilt del suo cervello, cerca di fare di tutto per controllarsi. La lotta con questa sua malattia non è una novità per lei, a giudicare dal suo volto. Tutto dura pochi minuti: la fanno sdraiare, le parlano per rassicurarla, lei riprende conoscenza e risponde alle domande, afferma di sapere chi è e dove si trova. Infine il treno riparte, e lei ringrazia coloro che l’hanno assistita, scendendo un paio di fermate dopo. Ognuno ritorna ai propri pensieri, ed ancora una volta, a rincorrere i suoi guai.

Era la prima volta in vita mia che assistevo ad un attacco di epilessia dal vivo, e devo ammettere che la cosa mi ha colpito, scatenando un sacco di riflessioni e pensieri. Tutti ci lamentiamo quotidianamente per cavolate, oppure litighiamo con i colleghi al lavoro semplicemente per un punto di vista diverso, ma i veri problemi nella vita sono ben altri. Siamo troppo poco grati verso le cose belle che la vita ci regala, non le sappiamo apprezzare e ci concentriamo su quelle brutte e negative. Non dovrebbe essere così: perché quando non le avremo più, ci renderemo conto di non averle gustate come avremmo dovuto. Mi viene in mente una frase credo di Ghandi “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”, è proprio vera. Il filo che ci lega a questo mondo è sottile, basta un tilt del cervello per renderci delle nullità. Dovremmo apprezzare di più quello che abbiamo, e lasciar  perdere tutto il resto.

Commenti

  1. Magino85
    ha scritto:

    Molti anni fa, eravamo alle scuole elementari, un mio amico con cui giocavo sempre a pallone cade fra i banchi di scuola. In quel pomeriggio ad assisterlo in quelle condizioni eravamo solo io, la maestra (che non sapeva neanche dove mettere le mani) e altri due compagni. Chiamato il dottore lui si riprese ma in quegli attimi vedi passarti davanti non so quanti pensieri! Lo vedi li a terra come impotente e tu sei piu’ impotente di lui. Il dottore ci disse:”tenetegli la bocca aperta e fate in modo che non si affoghi con la lingua”. Mi sono sentito morire a quelle frasi. In cinque minuti era cambiato tutto. Poteva morire e tutto sarebbe cambiato. E’ strano come un secondo possa essere cosi importante nel corso della nostra vita! E dici bene. Poterci godere tutto è la cosa migliore. Ma quando lo faremo ahimè credo sarà troppo tardi :-)!!

  2. camu
    ha scritto:

    @Magino85: si, non deve essere stato facile, adesso posso capirlo. Ma come dici anche tu, poterci godere tutto è la cosa migliore! Ma spesso siamo talmente presi dalla quotidianità e dalle mille cose da fare, che dimentichiamo di dedicare un po’ di tempo a noi stessi…

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