due chiacchiere

Homo evolutis

Oggi il mio capo m’ha girato un video molto interessante, l’intervento di Juan Enriquez alla conferenza TED 2009. Oggetto dei venti minuti di monologo: quale sarà il prossimo passo nell’evoluzione della nostra specie? Lo spunto nasce dalle celebrazioni dei 200 anni dalla nascita di Charles Darwin, che con il suo manoscritto sull’evoluzione ha da sempre influenzato il nostro modo di guardare a questo aspetto della vita sulla Terra. Un video che ti metterà la cosiddetta pulce nell’orecchio, con un discorso alleggerito da varie battute e momenti di umorismo, ma che non perde mai di vista il tema centrale. Ho pensato di riportarne le linee principali in quest’articolo, aggiungendo le mie considerazioni. Ci sarebbe abbastanza materiale da aprire un blog che parli esclusivamente di questo.

A volte, quand’ho la possibilità di fermarmi a riflettere, mi piace fare l’esercizio d’immaginare come sarà cambiata l’umanità da qui a 100 anni. Io ho una mia teoria personale in merito (su cui avevo già scritto un “mezzo” articolo), ma quella illustrata da Juan Enriquez è a tratti davvero inquietante. Due sono i grossi filoni che lui mette insieme: ingegneria genetica e robotica. Oggi la scienza è già in grado di rigenerare un cuore completo e funzionante a partire da una manciata di cellule staminali, di far crescere denti su un vetrino, di attaccare gambe tecnologiche ad un corridore e farlo gareggiare alle olimpiadi. Un corridore che ha vinto una causa per poter competere con persone dotate di gambe “regolari”.

Le prime avvisaglie

Si stanno già effettuando esperimenti per costruire occhi bionici: al momento ti fanno vedere solo macchie di luce, ma domani distingueranno le sagome, e dopodomani i colori. Finché non doneranno ai ciechi il dono della vista come la concepiscono quelli che ci vedono tramite gli occhi di madre natura. Ma pensi che la tecnologia si fermerà a quel punto? Probabilmente s’inventeranno l’occhio che vede i raggi infrarossi o gli ultravioletti, in grado di vedere al buio o di osservare altre forme d’energia, magari le onde sonore (come uno dei personaggi delle serie recenti di Heroes). Ed allora ci saranno essere umani più “potenti” dell’homo sapiens. Che potranno rigenerare i loro tessuti, estendere i propri sensi, diventare infine una nuova specie: l’homo evolutis.

L’evoluzione non si ferma mai

La quintessenza del concetto darwiniano di evoluzionismo: la specie che avrà il pieno controllo sulla propria evoluzione. Ruberemo alla natura ciò che per milioni di anni, da quando la vita è comparsa sul nostro piccolo pianeta, è stata una sua prerogativa. Sarà il momento in cui l’essere umano come lo conosciamo oggi si estinguerà. Nuovi esseri si potranno “fabbricare” su misura, a partire da qualche cellula, programmata con il DNA che desidereremo. E la vita sulla Terra assumerà una nuova prospettiva. Forse non avremo neppure più bisogno di mangiare altri esseri viventi: ci basterà stare al sole per un paio d’ore per immagazzinare tutta l’energia di cui necessitiamo per far funzionare il nostro corpo. Potremo vivere 300 anni e colonizzare altri pianeti, non dipenderemo più dall’ossigeno per sopravvivere, e non servirà trovare l’acqua su Marte per poterci abitare.

Succederà, ci puoi scommettere

Sembra tutta fantascienza, ma guardando ciò che la scienza già produce oggi, mi pare che questo sia uno dei più probabili scenari che ci attendono. Forse non fra 20 anni, e neppure fra 50. Ma probabilmente tra 100 qualcosa si sarà concretizzato. Questa è la strada che già l’umanità ha intrapreso, senza rendersene conto. La voglia di scoprire, di studiare, di progredire nella tecnica, per migliorare il nostro benessere, ci portano per forza di cose in quella direzione, che ci piaccia o no. Stiamo già dando vita oggi ai progenitori degli essere che ci soppianteranno, alla nuova specie che sostituirà quella che oggi popola la Terra. Isn’t it a little creepy?

Siamo solo di passaggio

Forse si, guardando il tutto dal nostro punto di vista. Ma come noi abbiamo fatto estinguere quei poveretti degli uomini di Neanderthal, non c’è dubbio che arriverà una specie che farà lo stesso con noi. L’evoluzione, come ho detto, non può essere fermata, e non deve spaventarci tutto questo. Fa parte del grande mistero della vita, dell’impossibilità di dare una risposta alla domanda più estrema: chi siamo e perché esistiamo. Chissà che l’homo evolutis non sarà in grado di dare una risposta al grande interrogativo, raggiungendo quel nirvana che noi, con le nostre limitate capacità “funzionali” non siamo in grado di cogliere. Insomma, il meglio deve ancora venire.

Commenti

  1. lorenzo
    ha scritto:

    che figata non mangiare più e ricaricarsi al sole…
    ma va làààààà…
    questa non è evoluzione, è involuzione! Si pensa solo a vivere di più ma non a come vivere.

  2. camu
    ha scritto:

    @lorenzo: quindi tu dici che non si arriverà ad una cosa del genere? Cosa te lo fa pensare? L’analisi di Enriquez mi sembra molto verosimile, e non è detto che si vivrà “peggio” o che ci sarà involuzione. Ma è normale che quando dici ad una specie che si estinguerà, certo i suoi membri non possono esultare di gioia 🙂

  3. camu
    ha scritto:

    Ah, giusto per dirne un’altra, in questi giorni è in corso la fiera della robotica a Tokyo, e già se ne vedono davvero di tutti i colori 😉 Figuriamoci tra 100 anni…

  4. lorenzo
    ha scritto:

    No ma guarda, io penso che magari ci arriveremo…
    Ma non credo che sia evoluzione.

    “Forse non avremo neppure più bisogno di mangiare altri esseri viventi: ci basterà stare al sole per un paio d’ore per immagazzinare tutta l’energia di cui necessitiamo per far funzionare il nostro corpo.”
    Questa frase che vuol dire? è evoluzione buttare via secoli di cultura in questo caso culinaria?

  5. Sebastian
    ha scritto:

    Bel post… ben scritto, fa una sintesi di ipotesi abbastanza verosimili. Grazie, per questo “viaggio virtuale”, di questa “finestra immaginifica” sul possibile futuro che ci hai aperto… E’ stimolante ogni tanto ritornare a riflettere anche su queste cose!

  6. camu
    ha scritto:

    @Sebastian: il merito è tutto del mio capo che m’ha girato il video e di Enriquez che parla, io ho solo sintetizzato quello che viene detto. Tra l’altro pare sia giorno di notizie sull’argomento. Leggo che ad un cieco è stato impiantato un occhio bionico e potrà tornare a vedere.

  7. camu
    ha scritto:

    @lorenzo: beh anche l’uomo di Neanderthal aveva accumulato secoli di tradizioni (non solo culinarie) eppure siamo arrivati noi e l’abbiamo spazzato via senza pensarci due volte. Si, credo che dal punto di vista meramente darwiniano, questa sia evoluzione. Un concetto che non si cura delle ricette di cucina o altro, pensa solo al prossimo passo 🙂 Probabilmente io, tu ed i nostri figli continueranno a mangiare come s’è sempre fatto, ma i nostri nipoti forse si stupiranno quando gli racconteremo che “una volta” si mangiava la carne di altri esseri viventi 🙂

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