due chiacchiere

Gli errori comuni in inglese

Questa lezione ce l’ho tra le bozze da inizio Dicembre dell’anno scorso, ed il povero Linguandre che con tanto entusiasmo aveva accettato di contribuire in qualità di esperto dell’argomento, deve aver probabilmente perso ogni speranza di vedere le sue sudate carte apparire su queste pagine ๐Ÿ™‚ Ma come dico sempre a tutti quelli che mi scrivono, con me basta solo avere pazienza (a volta davvero tanta), sono lento come un bradipo ma prima o poi rispondo.

Il buon Linguandre mi ha aiutato ad elaborare l’argomento dei tipici errori che noi italiani facciamo quando cerchiamo, in tutta fretta, di abbozzare una frase in inglese di fronte alla turista belloccia che ci chiede informazioni. Perché la differenza tra un presente ed un futuro usato al posto giusto, può radicalmente cambiare l’impressione che il nostro interlocutore si farà di noi.

Cinque errori comuni

  1. Dopo when e if non si può usare il futuro: frasi come when/if you will call me non sono accettabili. Bisogna dire When/if you call me, I will give you the address
  2. Fewer è la forma comparativa di few, che si usa con i nomi contabili. Less è il comparativo di little, che si usa con i nomi non contabili: non si può dire less friends, ma fewer friends e less sugar
  3. Per quanto possa sembrare strano, agli inglesi piace ascoltare musica: infatti si dice listen to music e non listen to the music. Per ricordarlo teniamo a mente che parliamo della musica in generale, quindi niente articolo (come non lo usiamo in I love wine)
  4. Come altri nomi non contabili, information non può prendere la s del plurale: questo perché il termine è già di per sé al plurale. Tuttavia, per l’accordo grammaticale va considerato un nome singolare. Per dire una informazione si deve dire a piece of information. Lo stesso con news: ha la s del plurale, ma l’accordo va fatto al singolare (quindi: the news is)
  5. Per esprimere obbligo, possiamo usare – oltre al classico must – anche to have to, come in You have to go to school. Il suo opposto non è don’t have to, ma must not (mustn’t): You mustn’t go there: it’s dangerous.

Commenti

  1. ha scritto:

    Tra le tante lezioni che hai pubblicato, questa mi è sembrata la più interessante. Trovo utile prendere in esame gli errori comuni di un italiano intento ad esprimersi in inglese.
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      @Emanuele: il merito è praticamente tutto di Linguandre ๐Ÿ™‚ Si vede che lui è uno che ha studiato…

  2. Lorenzo
    ha scritto:

    A me non è mai entrata in testa la differenza tra last e latest..!! ๐Ÿ˜€

    Risposte al commento di Lorenzo

    1. camu
      ha scritto:

      @Lorenzo: te lo spiego in inglese, basandomi sulla mia esperienza personale in merito ๐Ÿ™‚ Last is used when there are or will be no more, while latest is used when there are presumably more to come. ‘Latest’ = ‘most recent’. Quindi se vuoi sapere quali sono le più recenti notizie su Berlusconi (assumendo che ve ne saranno altre in futuro) dirai latest news ๐Ÿ˜‰

  3. Lorenzo
    ha scritto:

    Chiarissimo! È la volta buona che me lo ricorderò! ๐Ÿ™‚

    Risposte al commento di Lorenzo

    1. camu
      ha scritto:

      Lieto di esserti stato utile ๐Ÿ™‚

  4. Djdiidj
    ha scritto:

    Ma si dice you don’t have to x

    Risposte al commento di Djdiidj

    1. camu
      ha scritto:

      @Djdiidj: si, ma quello vuol dire che non è necessario che tu lo faccia ๐Ÿ˜‰ Nella lezione si parlava di OBBLIGO: non DEVI andare lì, è pericoloso. Se usassi il don’t have to, intenderei che non è necessario che tu vada lì.

  5. Francesco carzedda
    ha scritto:

    Chi sa quando si usa il gerundio e quando l’infinito per indicare un’azione compiuta dall’oggetto nella proposizione secondaria?
    Ad esempio, cosa significano precisamente:
    1) I saw Mary crossing the road e
    2) I saw Mary cross the road?

    Risposte al commento di Francesco carzedda

    1. camu
      ha scritto:

      Carissimo, ben trovato su queste pagine, personalmente ho sentito la tua mancanza! Ora che Isacco e soci non ci sono più, spero non sparirai nuovamente!

      Ottima domanda. Aspettiamo il responso dell’esperto. Per me vale la sottile distinzione come in Italiano.

  6. Francesco carzedda
    ha scritto:

    Grazie Camu, non sparirò (I won’t vanish ๐Ÿ™‚ ).
    Un aiutino: la scelta del tempo e del modo riguarda la durata dell’azione compiuta dall’oggetto (o, in questo caso, osservata).

  7. Linguandre
    ha scritto:

    Per rispondere alla domanda (per te o altri…): nella prima frase si tratta d’un’azione incompiuta (quindi hai visto solo una parte dell’attraversamento, diciamo così), mentre nella seconda d’un’azione compiuta, quindi hai visto Mary iniziare, compiere e terminare l’attraversamento. Quindi la durata in realtà non c’entra molto; la scelta dipende invece dall’aspetto verbale, cioè si parla di azioni perfettive e imperfettive (rispettivamente seconda e prima frase).

  8. Francesco carzedda
    ha scritto:

    Grazie Linguandre, certo, mi riferivo alla durata… relativa al tempo dell’osservazione (mi sono espresso male).

    Risposte al commento di Francesco carzedda

    1. camu
      ha scritto:

      Grazie ad entrambi, adesso finalmente ho imparato anche io la differenza ๐Ÿ™‚

  9. Stefano
    ha scritto:

    Bello, questa la cito sul mio blog! ๐Ÿ™‚

  10. Francesco carzedda
    ha scritto:

    Mi vengono in mente anche delle perle negli annunci pubblicitari in paesi non anglosassoni.
    Leggete questa: “Great sale of wicker furniture. It won’t last long ๐Ÿ™‚ !”

  11. Flavio
    ha scritto:

    Ciao, bell articlo e blog interessante.
    Non sono d’accordo che “information” (così come news e furniture) sia plurale per definzione, direi semplicemente sono uncountables, e per renderli countables hanno bisogno di qualcosa che li renda tale (a piece of…), cosi come sugar o coffee (a spoon of / a coup of). Ciao

  12. Linguandre
    ha scritto:

    C’è poco da esser d’accordo: se dici «information» e basta intendi «informazioni», al plurale. E poi non credo che premodificando il nome questo diventi contabile: «a piece of» è, secondo me, solo un espediente per poter dire «un’informazione», al singolare, ma non è che mi metto a dire «two pieces of information, three pieces of information», ecc. Dico, tutt’al più, «some information» e festa finita, e «information» rimane comunque un nome non contabile.

    A ogni modo, contabile o non contabile conta poco: sono definizione teoriche che poco importano, perlomeno in questo caso.

  13. Flavio
    ha scritto:

    e come dici in inglese: dammiun foglio? e dammi due fogli?

    semplicemente trovo errata l’affermazione: “information non può prendere la s del plurale: questo perché il termine è già di per sé al plurale.” Il termine non è plurale, è singolare.

    Risposte al commento di Flavio

    1. camu
      ha scritto:

      @Flavio: io direi ‘give me a sheet of paper’ e two sheets of paper, non è corretto? Non riesco a cogliere il parallelo con le informazioni, visto che i fogli di carta, almeno per quel poco che sapevo io, sono numerabili ๐Ÿ˜‰ Comunque qui non è questione di chi ha ragione o di chi ha torto, l’affermazione di Linguadre è corretta e non si può confutare. E poi ti ricordo che lui ha una laurea in materia, quindi c’è poco da contestare eheh.

      Risposte al commento di camu

      1. Linguandre
        ha scritto:

        @camu: Ma «paper» non lo è: ecco il parallelo. Non so se si possa usare «sheet» da solo, ma non vedo perché no: se uno chiede un «sheet» a scuola è ovvio che non stia chiedendo un lenzuolo o una lastra.

        Per Francesco: quelli che riporti saranno errori anche grossolani, ma non so quanto comuni. Se ci mettiamo a riportare gli errori che si trovano sui cartelloni pubblicitari non si finirebbe più! ๐Ÿ™‚

  14. Linguandre
    ha scritto:

    L’OED dice:
    «facts provided or learned about something or someone».

    Checché se ne dica, traducendolo in italiano si ottiene un nome plurale, come si è già ripetuto più volte. Poi considerarlo singolare, plurale, contabile, non contabile, astratto, concreto, ecc. non fa differenza: la sostanza non cambia: scrivere «informations» è errato. È questo l’errore comune che non si deve fare.
    Poi uno lo può considerare anche un nome proprio per me.

  15. Francesco carzedda
    ha scritto:

    Un’altra perla “pubblicitaria”.
    Non ricordo quale fosse il paese, ma ipotizziamo (non me ne vogliano) che fosse l’Ucraina: “if it your first visit to Ucraina… +you’re welcome to it+ ๐Ÿ™‚ ).

    Tutti sapete che “you’re welcome to it”, riferito a dono o offerta, significa “tienitelo”, “è non gradito”.

    Risposte al commento di Francesco carzedda

    1. camu
      ha scritto:

      Interessanti perle, Francesco. Ci si può fare un articolo a parte, se me ne mandi alcune via email. Questo farebbe accoppiata perfetta con l’articolo sulle frasi “slang” che sto preparando ๐Ÿ˜‰

  16. Chiara
    ha scritto:

    Ma, quindi, se mi trovo per strada e devo chiedere, chessò, un’informazione stradale, devo esordire con : “Excuse me, could I ask you a piece of information?”
    Preciso di essere un’assoluta ignorante in inglese e spero, gradino dopo gradino, di imparare a padroneggiarlo quel minimo richiesto al mondo d’oggi. Perciò domando venia per eventuali strafalcioni
    Grazie mille!

  17. Linguandre
    ha scritto:

    In questo caso «ask» richiede la preposizione «for»: quindi «chiedere un’informazione» sarebbe «to ask for a piece of information». Ma a dir la verità, credo che nessun inglese fermando qualcuno per strada direbbe «could/may/can I ask you for a piece of information»… Qui si parla di pragmatica più che di correttezza dell’espressione: penso che basti dire «excuse me» (e non «sorry»!), e poi fare direttamente la domanda.
    Ma camu, immerso com’è nella realtà americana, potrà dirci di più.

    Risposte al commento di Linguandre

    1. Chiara
      ha scritto:

      @Linguandre: Grazie! Sei stato estremamente esaustivo: ho capito sia come usare “a piece of information” (era la prima volta che lo sentivo, figuriamoci!) e quanto sia controproducente essere prolissi (soprattutto) nella lingua anglosassone.

  18. Linguandre
    ha scritto:

    Figurati! Se hai altre domande chiedi pure: può darsi che nel sintetizzare queste piccole regole non sia stato chiaro in tutto.

    Comunque gl’inglesi e gli spagnoli sono in genere più diretti di noi, almeno a quanto ne so, e soprattutto i nostri cugini romanzi: mi ricordo che la mia professoressa di spagnolo ci prendeva sempre in giro quando noi italiani diciamo cose come «mi potresti passare il sale?» (a loro basta: «passami il sale»), oppure «vorrei chiederle un’informazione», ecc.

  19. Chiara
    ha scritto:

    Ecco un’altra lingua che mi piacerebbe davvero imparare (mio padre nacque in Cile e io, da quando ero bimba, mi sono innamorata dei suoni di quella lingua – anche se un po’ diversi da quelli dello spagnolo vero e proprio).
    Il problema, penso, risiede anche nell’insicurezza, soprattutto quando ci troviamo a doverci “esibire” in una lingua che non è nostra e che non padroneggiamo come vorremmo (nel mio caso, ahimè, nemmeno un quarto di quanto vorrei): in un certo senso, nascondiamo la nostra paura di fare qualche figuraccia dietro mille parole inutili, invece di andare dritti al punto.
    In altri casi, è semplice gentilezza.

    Penso che tornerò spesso qui, a domandare qualche dritta per perfezionare la lingua (mi sto rendendo conto di quanto si importante al giorno d’oggi).
    Ancora grazie infinite!

    Risposte al commento di Chiara

    1. camu
      ha scritto:

      @Chiara: confermo quanto detto da Linguadre sul fatto che inglesi e spagnoli sono in genere più diretti. Personalmente, più che “chiedere un’informazione”, preferisco chiedere una DOMANDA: can I ask you a question?, oppure I have a question, seguito dalla domanda in questione, è la forma più comune, stando alla mia esperienza.

  20. […] copiato persino in Italia. L’ispirazione per l’intervento di oggi mi è venuta dai commenti a margine della precedente lezione, in cui Francesco evidenziava alcuni strafalcioni di chi l’inglese […]

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