due chiacchiere

Archivio degli articoli in biblioteca, pagina 20

Le parole intuitive americane

Che la semplicità sia il concetto fondamentale alla base della lingua americana, l’ho già detto e ridetto un sacco di volte. Basta pensare che la burocrazia qui non ha mai attecchito seriamente in oltre duecento anni di storia. Già, persino i moduli per comunicare con la pubblica amministrazione sono tutti uguali nella struttura e disposizione grafica, standardizzati da una legge sulla semplificazione amministrativa di una ventina d’anni fa. Tutto a beneficio degli stranieri: leggendo un cartello in cui si avvisa che il walkway è chiuso per lavori, basta poco a capire che si tratta del marciapiede (notare la differenza tra i due vocaboli). Leggi il resto : Le parole intuitive americane

Un contorno molto caldo

Quando si viaggia all’estero, prima o poi tutti dobbiamo affrontare le nostre lacune linguistiche in un luogo famigerato e temuto, specialmente da noi italiani: il ristorante. Abituati da sempre alla suddivisione in antipasti, primi, secondi e contorni, ci troveremo spiazzati a leggere un menu che elenca entrées, (main) courses, appetizers and pastas (rigorosamente con la s finale, che rende il tutto vagamente spagnoleggiante). Ci sarebbe da dedicare un’intera categoria a questo argomento, ma partiamo dalle basi per fare almeno una figura decente davanti alla cameriera. Leggi il resto : Un contorno molto caldo

Un cambio di mente

Vedo che le mie “lezioni” d’inglese cominciano a riscuotere un piccolo successo. Lungi dall’avere una pretesa educativa (a quello ci pensa già la scuola) sono piuttosto un pretesto per parlare delle curiosità grammaticali (e non solo) della lingua parlata tutti i giorni per le strade di New York. Ad esempio, ieri ci siamo messi d’accordo con un amico per vederci a Times Square, e prendere un gelato all’ombra dei giganti pannelli LCD. Alla fine lui mi fa Anyway, don’t change your mind as usual! Leggi il resto : Un cambio di mente

Il male bianco della modernità

L’anno scorso la mia amica Giovannina mi ha consigliato la lettura di Cecità, un libro scritto da Josè Saramago (titolo originale: Ensaio sobre a Cegueira), a detta di molti uno dei più importanti autori portoghesi contemporanei. Le recensioni che lessi all’epoca erano molto promettenti. Ed a circa un anno di distanza, posso confermare che è un romanzo che vale la pena leggere: perché fa riflettere su cosa succederebbe se una simile situazione capitasse ad ognuno di noi. La trama racconta di un uomo che improvvisamente diventa cieco, mentre sta fissando un semaforo rosso. Ma non si tratta della cecità solita, descritta dalla letteratura medica, bensì di una cecità bianca, abbagliante. Come trovarsi immersi in un mare di latte. Leggi il resto : Il male bianco della modernità

Potresti farcela in inglese

Nelle precedenti puntate, abbiamo arricchito un pochino il vocabolario inglese: credo fosse la cosa più indispensabile per le vacanze, sia che tu abbia deciso di trascorrerle sulla spiaggia a due passi da casa, oppure in qualche sperduta isoletta greca a caccia di avventure. Oggi però ti parlo di un paio di modi di dire, raccolti dalla vita quotidiana. Il primo, in particolare, è da sfoggiare quando si vuole dare l’impressione di una buona padronanza del linguaggio: you could do with. Letteralmente: potresti farcela con. Ma in realtà significa semplicemente you need. Dopo una corsetta al parco, rientrando tutto sudato, qualcuno ti dirà sicuramente you could do with a shower. Ma non nel senso “potresti farti una doccia” bensì: hai bisogno di una doccia. Le due espressioni need e could do with sono intercambiabili. Leggi il resto : Potresti farcela in inglese

Bastano due click per imparare

Calano gli accessi alla rete, nel bel mezzo del mese di Agosto. La gente, ovviamente, preferisce starsene sotto l’ombrellone piuttosto che davanti ad un monitor. D’altro canto se vuoi conoscere la straniera (o lo straniero) di turno, un po’ d’inglese bisogna masticarlo. Eccoti alcune nuove dritte semplici e veloci:

  • Listen! This is the most important part of any conversation. You might think a conversation is all about talking, but it will not go anywhere if the listener is too busy thinking of something to say next.
  • Find out what the other person is interested in. You can even do some research in advance when you know you will have an opportunity to talk with a specific person.
  • Ask questions. What do they like to do? What sort of things have they done in their life? What is happening to them now? What did they do today or last weekend?
  • Forget yourself. If you are too busy thinking about yourself, what you look like, or what the other person might be thinking, you will never be able to relax.

Come dici? Non sai leggere quello che c’è scritto qui sopra? Beh, allora come ti viene in mente di abbordare una straniera? Meglio che ti concentri sulle bellezze locali! Leggi il resto : Bastano due click per imparare

Ancora sui numerabili

Qualcuno mi ha chiesto, scrivendomi un messaggio privato, di parlare ancora dei nomi cosiddetti “numerabili” (contabili, si direbbe in inglese). Le regole, a dire il vero, sono semplici e molto intuitive. Se un nome è countable, usiamo la preposizione “un, uno” prima di esso, ha un plurale e può essere usato in frasi con domande tipo “quanti…”, Possiamo usare un numero prima di esso. Se un nome è uncountable, suonerà bene accanto alle espressioni come some oppure any, non usiamo mai un numero davanti a esso. Ad esempio: There is some beer in the fridge. Is there any beer in the fridge? Tanto per dare un’idea, i nomi di bevande sono generalmente uncountable; analogamente per i nomi di materiali (olio, plastica, ferro). Leggi il resto : Ancora sui numerabili

Il piacere di D’Annunzio

Essere pendolare ha i suoi benefici, l’ho già detto: tra questi si ha la possibilità di impegnare il tempo del tragitto nelle maniere più disparate. In un’epoca in cui non ci si ferma mai, quell’oretta sull’autobus sembra quasi una benedizione piovuta dal cielo: lontano dal caos della vita moderna, ci si può tuffare nella lettura di un libro o nell’ascolto dei propri podcast preferiti. In queste settimane, ad esempio, ho scaricato (legalmente, s’intende) un audiolibro dal sito di RaiTre, Ad alta voce: Il Piacere, di Gabriele D’annunzio. Dopo Mattia Pascal,  Dorian Grey e Zeno Cosini, un altro eroe di fine Ottocento e le sue imprese amorose. Leggi il resto : Il piacere di D’Annunzio

Torna in cima alla pagina