due chiacchiere

Archivio degli articoli in corso d'inglese, pagina 9

Le malattie americane

In metropolitana, nelle ultime settimane, la percentuale di passeggeri che tossisce, starnutisce o si soffia il naso è aumentata notevolmente: tutta colpa del freddo repentino che c’ha colto tutti di sorpresa. Sembra una frase fatta, ma è proprio vero che non esistono più le mezze stagioni: fino a metà ottobre avevamo delle piacevoli temperature di fine estate, con serate in cui era persino bello starsene seduti fuori in veranda ad ascoltare i grilli, poi tutto d’un tratto, bum, crollo dei valori e corsa ad accendere i termosifoni. Mi sembra normale che il corpo presenti subito il conto, manifestando le comuni malattie del periodo: cold, flu, sore throat, cough. Nella semplicità della lingua inglese, il sostantivo “freddo” è collegato direttamente alla malattia: d’altro canto spesso il raffreddore è associato a brividi e quant’altro, no? Flu, invece, è il risultato della solita pigrizia linguistica americana: tecnicamente dovrebbe essere influenza, proprio come in Italiano. Sore, da non confondere con sour (acido), è un aggettivo e significa indolenzito: associato alla gola, si può tradurre con gola infiammata. Leggi il resto : Le malattie americane

Il tappetino e la tazza

Con tutto il lavoro che mi sono messo sulle spalle per la riscrittura del plugin per iscriversi ai commenti, sto trascurando alcune rubriche del blog. L’altra sera ero in bagno, pronto per farmi una bella doccia rinfrescante prima di andare a dormire. Il tappetino antiscivolo che metto fuori dalla vasca per quando ho finito, non era al solito posto, così ho chiesto alla moglie se l’avesse messo a lavare. Ti chiederai perplesso: e a me che ciufolo me ne importa di tutto ciò? Beh, sunshine dalla cucina m’ha risposto yes, the mat is in the washer, go get it if you want to use it. Notato nulla di strano? Il tappetino del bagno non si chiama carpet, ed a dire il vero questa è una parola che gli americani riservano a quella che noi chiamiamo moquette. Per esempio, il tappetone sotto il divano si chiama rug. Da quello che ho capito, se è peloso e grande in genere è un rug, altrimenti è un mat. Analogo discorso vale per tutti i rivestimenti che noi italiani accomuniamo sotto la voce parquet. In una nazione dove la maggior parte delle case sono di legno, è normale avere un linguaggio più specializzato per queste cose. Un po’ come gli eschimesi hanno un sacco di modi per dire ghiaccio. Leggi il resto : Il tappetino e la tazza

Lo spelling americano con i nomi

In Italiano, quando dobbiamo scandire una parola lettera per lettera (o come direbbero gli inglesi, quando ci viene chiesto di farne lo spelling), siamo soliti usare i nomi di città: la T di Torino, la D di Domodossola, la C di Como e via dicendo. Arrivando negli Stati Uniti, una delle prime difficoltà che ci si trova davanti è il diverso sistema usato qui per scandire le parole. Specialmente all’inizio quando la pronuncia è ancora quella che è, lo spelling è una pratica più necessaria che utile, per farsi capire. Qui, al posto delle città, usano i nomi di persona. E fin qui nulla di complicato, se non che bisogna conoscere sufficienti nomi inglesi per coprire l’intero alfabeto 🙂 Oggi voglio allora darti una mano elencando i nomi che uso io, invitandoti a suggerirmi qualcosa di meglio, se anche tu hai dovuto affrontare la penosa pratica dello spelling. Leggi il resto : Lo spelling americano con i nomi

E poi cominciarono a litigare

L’altro giorno sunshine (altrimenti nota come la moglie) m’ha girato una di quelle email divertenti che in genere si spediscono a tutti i contatti della lista. Ma stavolta direi che lo “spam” può essere usato in maniera costruttiva, per il mio appuntamento periodico con le curiosità dall’inglese. Una lista di situazioni ed episodi che di sicuro darebbero spunto ad un bel battibecco, nella vita reale:

One year, I decided to buy my mother-in-law a cemetery plot as a Christmas gift. The next year, I didn’t buy her a gift. When she asked me why, I replied, “Well, you still haven’t used the gift I bought you last year!”

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Gli americani le vogliono corte

Nel titolo, se non si fosse capito, mi riferisco alle parole, caro il mio lettore malpensante! Oggi, dato che siamo in clima di ferie, mando in replica una puntata del mio corso d’inglese per tutti, andata in onda un paio d’anni fa. Dove parlavo di una delle tante forme per abbreviare le parole che qui vanno tanto di moda. Ad esempio, il nostro supermercato si chiama  ShopRite. Si tratta di una catena, un po’ come in Italia può essere il Carrefour o l’Esselunga o ancora l’Auchan. Notato qualcosa di strano nel nome? L’errore nello scrivere la parola right (giusto, bene, corretto) è voluto: ho già detto che gli americani sono pigri quando parlano e scrivono, e questa ne è l’ennesima conferma. Visto che la pronuncia è la stessa, perché scrivere right quando si può usare il più breve rite? Se quindi vieni in vacanza in America, non preoccuparti di leggere parole come nite, lite, brite (rispettivamente notte, luce e brillante): il tuo maestro d’inglese non era un asino, sono gli americani a storpiare le parole. Leggi il resto : Gli americani le vogliono corte

Che casino le misure americane

Ricordo sempre quando in Italia andavamo all’Esselunga a fare la spesa: mentre la moglie si occupava di detersivi e frutta fresca (che io a quanto pare “non so scegliere” vabbé) io andavo al banco dei salumi per ordinare 200 grammi di prosciutto fresco o qualche fetta di prosciuttella, che pare sia un miscuglio non meglio identificato di prosciutto e mortadella. La stessa operazione non è altrettanto semplice qui in America, dove le unità di misura sono praticamente diverse dal resto del mondo, ed ovviamente non seguono il sistema metrico decimale. In altre parole, non esiste l’equivalente di un etto, ma bisogna dire “un quarto di una libbra”. Una libbra (ovvero un pound) equivale a 16 once, o per gli europei, a circa 450 grammi. Half a pound of Bologna (pronunciato boloni) sono quindi circa 200 grammi di mortadella. Una volta la mia pessima pronuncia di half a pound ha fatto capire al tipo al bancone a pound e quando mi sono accorto che aveva già affettato quasi mezzo chilo di formaggio, m’è preso un colpo 🙂 Leggi il resto : Che casino le misure americane

Le curiose parole inglesi

Ci sono parole, nella lingua americana, che quasi mai s’imparano a scuola o si usano nelle conversazioni comuni “da turisti” quando ci si trova all’estero, e che quindi non fanno parte del vocabolario di base di chi conosce l’inglese. Proprio per questo ho pensato di andare a spulciare nei meandri della lingua a stelle e strisce, per darti l’opportunità di scoprire queste “curiose” nuove parole. Come ad esempio sap, che in Italia è un famoso programma gestionale usato da grandi aziende internazionali, mentre qui è più umilmente la linfa prodotta dagli alberi, quella sostanza appiccicosa che ogni tanto ti sarà capitato di toccare andando in campagna. Oppure gunk (slime, sludge, goo, gook), in genere riferito ad un qualche liquido viscoso, melmoso o appiccicoso che fa abbastanza schifo. Leggi il resto : Le curiose parole inglesi

La barzelletta zozza del sabato

Oggi la mia incursione nella lingua inglese prende una piega un po’ osé: è una barzelletta (che lascerò rigorosamente nella sua versione originale) tratta da Maxim di qualche mese fa. A parte il contenuto, vorrei mettere in evidenza alcune particolarità grammaticali: in inglese la H non è “muta” come in italiano, ma si pronuncia espirando la vocale che segue. Inoltre viene quasi sempre trattata come una consonante, quindi l’articolo indeterminativo che precede è a, non an: a husband, a house, a hospital. Altra cosa: TV è un’abbreviazione per television, e quindi va scritto con entrambe le lettere in maiuscolo. Già, gli americani adorano le lettere maiuscole: lo si vede spesso nei titoli dei giornali, dove la prima lettera di ogni parola è rigorosamente in maiuscolo. Infine un cenno per la parola bunch: letteralmente significa mazzetto (a bunch of parsley, a bunch of roses), ma è spesso usata in senso figurato, per intendere una manciata, un mucchio. A bunch of crap dunque non è altro che un mucchio di fesserie. Leggi il resto : La barzelletta zozza del sabato

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