due chiacchiere

Archivio degli articoli in soggiorno e tv, pagina 6

South Park, il cartone animato sociale

In ufficio faccio parte di un piccolo gruppetto di persone che si riunisce nell’area pranzo (non saprei se in Italiano questa zona dell’ufficio ha un nome preciso) per chiacchierare del più e del meno. Trattandosi di un gruppo esclusivamente maschile (eh già, come a scuola), in genere l’argomento è pertinente o al sesso o alla televisione. I miei amici, al contrario di me, sono dei cinefili incalliti, e conoscono davvero ogni tipo di programma o film che sia mai andato in onda. Immagino che il fatto che un paio di loro siano single quarantenni contribuisca positivamente al dar loro tutto il tempo che serve per coltivare questo hobby. Uno dei cartoni animati preferiti, la cui dissertazione ha allietato più di un pranzo, è South Park. Io ne guardai alcune puntate quando tentarono di mandarlo in onda in Italia una decina d’anni fa, ma poi non me ne appassionai mai. Per me i Simpsons e i Griffin erano il punto di riferimento. Leggi il resto di South Park, il cartone animato sociale

No, ditemi che è tutto uno scherzo

Premetto subito che questo non vuole essere un post politico, e che il Movimento 5 Stelle mi sta simpatico, se non altro perché ha saputo incanalare la rabbia popolare in un contesto più pacifico e democratico (mentre in Spagna, Grecia e Portogallo la gente è scesa per le strade spaccando tutto e non risolvendo nulla). Ma quando ho visto il video in cui Paolo Bernini, neoeletto venticinquenne onorevole alla Camera dei Deputati, afferma che qui in America stanno già mettendo i microchip ai cittadini per controllare le nostre menti, sono scoppiato a ridere.

Questo documentario si chiama… penso che la pronuncia sia “Zaigaist”. Mi ha fatto vedere il mondo in un modo completamente diverso. I media non… non fanno solo informazione, ma fanno… ma dirigono anche le… le scelte. È diviso in tre capitoli: religione, 11 settembre, che sarebbe inside job, la massoneria, alla fine il… cioè, il controllo globale. Non so se lo sapete, ma in America hanno già iniziato a mettere i microchip all’interno del corpo umano per registrare, per mettere i soldi, quindi è un controllo di tutta la popolazione. Quelle persone che se lo fanno iniettare non sanno a cosa vanno incontro. Con Internet, visto che molte coscienze si stanno svegliando, queste verità stanno venendo fuori. Infatti con il Movimento 5 Stelle siamo… usiamo molto Internet, siamo molto coscienti di questa cosa e… andremo là a portare la voce dei cittadini.

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Total recall, un remake non all’altezza

Era da tempo che non noleggiavo un DVD da guardare con calma sull’autobus durante il tragitto tra casa e lavoro. Sia per far riposare un po’ gli occhi dopo una giornata a fissare schermi per computer, che per mancanza di codici sconto (eh, di questi tempi ognuno risparmia come può). Un paio di settimane fa, la compagnia telefonica che ci collega al resto del mondo ci ha mandato un coupon per provare gratis il loro nuovo servizio di streaming, convenzionato guardacaso con la catena di noleggio che abbiamo dietro l’angolo. Una specie di Netflix con la possibilità anche di noleggiare i dischi veri e propri. Così ne ho subito approfittato e, da inguaribile ammiratore di Arnold Schwarzenegger, ho preso Total Recall, per vedere com’era il remake di una pellicola storica che ha segnato un’intera generazione. Leggi il resto di Total recall, un remake non all’altezza

The Social Network

La mia allergia alle reti sociali come Facebook e Twitter è oramai un dato di fatto. Ciò non vuol dire, però, che non m’incuriosisca conoscere la storia che ha portato alla nascita di questi strumenti di condivisione di massa. Approfittando di una serata uggiosa, l’altra sera abbiamo guardato The Social Network, il film che apre una finestra sulla vita di Mark Zuckerberg, il papà di Facebook. Parto subito dal verdetto: mi è piaciuto, anche per la cura dei dettagli che solo noi informatici un po’ nerd sappiamo apprezzare, tipo quando il protagonista dice di voler editare i permessi di non ricordo cosa tramite Emacs. La storia è narrata in maniera efficace, e della creatura di Mark (almeno quella che conosciamo oggi) non si vede neppure una schermata, fatto che ho notevolmente apprezzato. Leggi il resto di The Social Network

La popolarità nazionale di camu

A quanto pare sia io che il mio alter ego virtuale, l’inconfondibile ragazzo con il mento appoggiato sui gomiti, stiamo vivendo il nostro momento di celebrità nazionale: io con una (lunga) intervista sul portale per italiani all’estero Voglio Vivere Così, lui addirittura come comparsa in un episodio della serie televisiva Benvenuti a tavola, Nord vs Sud, andato in onda su Canale 5 lo scorso maggio. Ringrazio CyberAngel per la segnalazione e per l’attenzione ai dettagli che ha mostrato ancora una volta 🙂 Chissà che questo non sia il primo passo di quella carriera televisiva che ho sempre sognato, e che ha fatto storcere il naso alla moglie (almeno qualcuno ha la testa sulle spalle, in questa famiglia eheh). Guardando l’episodio in questione, l’avatar appare verso la fine, quando le due ragazze si collegano ad un social network simil-facebook in cerca di qualcosa. L’ironia è che abbiano scelto proprio me, notoriamente allergico alle reti sociali, come membro di Facebook! Leggi il resto di La popolarità nazionale di camu

La democrazia americana si vede nei dibattiti

Potete dirmi quello che volete sull’America, tranne che non sia una vera nazione democratica. In cui i due candidati a guidare la nazione più potente del mondo si confrontano in un dibattito aperto, rispondendo alle domande poste direttamente dal pubblico presente in sala. Così mentre in Italia ancora si discute se le primarie siano uno strumento valido per far emergere una figura per ogni coalizione, qui già vediamo le idee dei due poli in azione, contestualizzate nelle cose che interessano ogni cittadino: tasse, servizi, educazione e politica estera. Il rito prevede tre incontri tra Obama e Romney, ed ieri c’è stato il secondo round, vinto secondo molti da un Presidente molto più determinato ed aggressivo, pronto a ribattere e colpire l’avversario nei punti deboli (geniale la frecciatina finale, quando Romney non poteva più rispondere, sulla famosa questione del 47%). Leggi il resto di La democrazia americana si vede nei dibattiti

Il quinto potere è sempre attuale

Non serve dirvi che le cose vanno male, tutti quanti sanno che vanno male. Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l’ha vive con la paura di perderlo. Il potere d’acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorrazzano per le strade e non c’è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l’aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati 15 omicidi e 63 reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male. È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Leggi il resto di Il quinto potere è sempre attuale

The help, essere neri negli anni 60

L’altra sera abbiamo noleggiato The Help, uno dei film più acclamati durante gli Oscar 2012. Personalmente preferisco guardare qualcosa di leggero, per smaltire lo stress dopo una dura giornata di lavoro, ma mi sono lasciato convincere dalla moglie, che ha un senso cinematografico più spiccato del mio. E devo riconoscere che ne è valsa la pena: per capire il Paese dove vivi, devi anche leggerne la sua storia. Che nel caso degli Stati Uniti negli anni Sessanta, è rappresentata dalla difficile integrazione tra bianchi e neri, tra quelli fedeli all’approccio inglese aristocratico e coloro che più umilmente guardano alla persona piuttosto che al colore della pelle. Emma Stone e Viola Davis, dirette da un bravissimo Tate Taylor, hanno saputo creare una piccola opera d’arte, che nulla ha da invidiare ai colossi del genere. Prima di continuare, ti ricordo che nel seguito parlerò della trama, quindi se non vuoi rovinarti la sorpresa, fermati pure qui. Leggi il resto di The help, essere neri negli anni 60

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