due chiacchiere

Archivio degli articoli in riflessioni, pagina 7

Diventa chirurgo in due settimane

Uno dei libri più chiacchierati degli ultimi tempi su Amazon si intitola “Chirurgia vascolare for dummies” (cioè per principianti). Adesso il mondo sarà pieno di gente in grado di effettuare un intervento al cuore da autodidatta. Il concetto è semplice: risparmia tempo e denaro, praticando da solo la tua chirurgia vascolare. Acquistando il libro, si ricevono in omaggio un bisturi, ago speciale da sutura, filo autoassorbente, un paio di guanti, ed uno specchio per controllare con cura ogni passo dell’intervento sul proprio torace. In fondo, perché affidarsi ad un chirurgo esperto ma molto costoso? Leggi il resto di Diventa chirurgo in due settimane

Una indigestione di contenuti

Parte del problema nel gestire i contenuti di un sito aziendale di una certa dimensione, è proprio la sua stessa mole: troppa informazione, spesso stratificata in anni di aggiornamenti, cambiamenti, ridefinizioni, e via dicendo. Mai nessuno s’è posto il problema di rivedere intere sezioni del sito, per capire cosa è ancora utile, e cosa invece sarebbe meglio mandare in pensione. Un’esperienza che, ad esempio, sto vivendo proprio in questi mesi con il sito dell’università dove lavoro: una stima grossolana fatta a colpi di comandi di shell, riporta che ci sono circa 20 mila pagine, tutte “rigorosamente” statiche (niente CMS, niente PHP, neppure uno straccio di CGI, solo un hairball di pagine HTML all’antica) di cui più o meno la metà è stata aggiornata per l’ultima volta più di due anni fa. Tutta roba buttata sul sito per richiesta di qualche dirigente, ma che nessuno s’è mai preso la briga di leggere e rivedere. Il mio lavoro, tra le altre cose, consiste proprio nel districare questa matassa, proponendo ed implementando approcci più organici per il futuro. Leggi il resto di Una indigestione di contenuti

Cosa ne faranno di BlogBabel

Se ami seguire le vicende della blogosfera italiana, saprai di certo che il grande evento di quest’estate appena trascorsa è stato la vendita di BlogBabel (altrimenti nota come la “classifica” dei blog italiani) da parte di Ludovico Magnocavallo alla società che ha creato il portale Liquida. Senza entrare negli aspetti piccanti della vicenda, che hanno dato parecchio materiale su cui discutere a tanti blogger, il quesito che rimane ancora da risolvere è come faranno a trasformare questo bel “giocattolo” in una macchinetta stampasoldi. Già, perché a meno che Liquida non sia capeggiata da filantropi à la Google, si spera che qualche idea per far fruttare l’investimento ce l’abbiano pronta nel cassetto. Io un’ipotesi ce l’avrei. Leggi il resto di Cosa ne faranno di BlogBabel

La tecnologia non ti salverà

In principio fu Notepad: le pagine di un sito si scrivevano rigorosamente a mano, tag per tag, lettera per lettera. Poi arrivò Frontpage, precursore di una vasta gamma di sistemi “visuali” che sollevavano l’utente dalla necessità di conoscere il linguaggio HTML. Ma anche quello non bastava: l’avvento del commercio elettronico richiedeva di avere pagine “intelligenti” direttamente sul server, in grado di interagire con il visitatore. I primi sistemi rudimentali si sono pian piano evoluti, diventando delle vere e proprie piattaforme per la gestione dei contenuti: i cosiddetti CMS. Devo ammettere che praticamente tutte le realtà in cui ho lavorato avevano pretese straordinarie nei confronti di questi strumenti. Così quelli che non ne hanno ancora adottato uno, lo vogliono perché credono che risolverà tutti i loro problemi; mentre quelli che ce l’hanno si lamentano che non ha riisolto nulla! Leggi il resto di La tecnologia non ti salverà

La moda dei contest in rete

Ultimamente mi stanno arrivando fin troppi inviti a partecipare ai cosiddetti “contest” della blogosfera: cugini “brutti e neri” (come lo spazzacamino di Giuseppe Verdi) dei concorsi veri e propri, vengono chiamati contest per eludere la legge in materia. Che, se è stata fatta, serve a tutelare i partecipanti e gli organizzatori allo stesso tempo. Mentre in queste manifestazioni improvvisate dell’ultima ora, l’unico a guadagnarci è chi li organizza: riceve visibilità, link in ingresso, e popolarità per un breve periodo. Non so quanto Google sia contento di questi subitanei incrementi di visite, e se davvero tenda a premiarli, ma rimane il fatto che molti finiscono a tarallucci e vino, con mega figuraccia di chi li mette in piedi. Vorrei citare due casi: Luca Mercatanti ed Hosting Talk. Leggi il resto di La moda dei contest in rete

Dai valore alla tua redazione

Diciamolo chiaramente, chiunque di noi abbia lavorato all’interno di una redazione web, o comunque si sia occupato di gestire un grosso sito aziendale, prima o poi si è reso conto di essere “sottosfruttato”, che poteva rendere di più. Certo, nessuno corre dal capo a farglielo notare, anzi quatti quatti si sfrutta il ritmo un po’ blando di certe giornate di lavoro. Ma esiste un aspetto subdolo anche in situazioni come questa: la demotivazione. I componenti della redazione web vengono trattati come semplici “spacciatori di pixel” e passacarte tra l’ufficio marketing e gli altri uffici che richiedono di pubblicare qualcosa sul sito. Menti sopraffine ridotte a semplice manovalanza perché nessuno dei capoccia sa come tirar fuori il meglio da questo gruppo. Leggi il resto di Dai valore alla tua redazione

Soldi in cambio di rottami

La frase del titolo di oggi non è scelta a caso, ma è la traduzione più o meno letterale di come è stata ribattezzata dagli americani la legge varata da Obama che offre incentivi a chi rottama la propria vecchia auto: cash for clunkers. Clunk è il suono sordo e ovattato di pezzi di metallo che sbattono tra loro, quindi un clunker è un oggetto che produce questo suono, un qualcosa di scassato praticamente. A parte la digressione sul linguaggio, la domanda che si pongono molti blogger americani in questi giorni è se una tale legge ha davvero senso. In Italia l’abbiamo vista già varie volte in passato, promossa dai vari governi per “risollevare il mercato dell’auto” quando soffre. Leggi il resto di Soldi in cambio di rottami

La seconda vita italiana

Un paio di mesi fa mi chiedevo se qualcuno ancora giocasse a Second Life in Italia: stando ai vari riscontri ricevuti, pare che si sia trattato di un fuoco di paglia, almeno nel Belpaese. Adesso ci pensa un articolo del Corriere della Sera a confermare questi miei sospetti. Te ne riporto uno stralcio che analizza il problema più da vicino.

«Second Life in sè non è morta e non morrà di certo. Gode di ottima salute. All’estero, però. Non di certo in Italia». Un po’ per colpa dei media, «nel passato e oggi, sempre e solo nei ritornelli stereotipati che parlavano di piattaforma chat, di sesso e incontri, e di soldi facili». E un po’ perché «gli italiani, tranne qualche rara eccezione si sono fermati al soldo, creando terre sulle quali cercano di affittare negozi per pagare il costo del server (è questa infatti la spesa che si sostiene acquistando terra virtuale). Oppure girovagano in cerca di avventure sessuali, o hanno portato aziende senza dare poi il supporto necessario o consigli per far funzionare la presenza in SL “mescolandola” con una forte presenza web e nei social network»

Ovviamente questi sono gli stessi Italiani che poi s’indignano (in pubblico) del fatto che la Carfagna si presenti in costume dal bagno al mare, e non con un più adatto burkini.

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