due chiacchiere

Chi c’era al Piublog?

Premetto che ho potuto assistere soltanto alla giornata conclusiva del convegno, e per di più solo ad una parte di essa, dovendo poi partire per il “lungo” viaggio che mi avrebbe riportato a casa. E premetto anche che, non essendo un blogger di professione, ho preferito rimanere nel mio cantuccio in disparte e non ho avuto modo di conoscere gli altri partecipanti. Ma sono contento di poter dire “io c’ero” e di aver assistito ad un interessante dibattito sul rapporto tra la legge e chi scrive su internet. Per capire quali rischi si corrono e come tutelarsi.

Non mi dilungherò più di tanto a raccontare di cosa si è parlato, ma mi ha colpito una frase in particolare:

Se esco la mattina per andare al lavoro, non mi sognerei mai di andare in giro in mutande, cosciente delle conseguenze che questo mio gesto potrebbe avere: la gente mi riderebbe dietro, i giornali mi metterebbero in prima pagina, potrei persino essere arrestato per offesa al pubblico pudore. Ho insomma la percezione di un sistema di regole sociali che mi “invitano” a non fare una cosa del genere.

In rete questa percezione è molto più sfumata: il desiderio di anonimato trova la più profonda concretizzazione, e la sicurezza di essere protetti dietro il nostro schermo, fa cadere ogni pudore ed ogni remora. In altre parole, in rete ci permettiamo di andare in giro “in mutande” e se qualcuno ride di noi, siamo pronti ad invocare chissà quali princìpi per difenderci.

Questo per evidenziare alcuni interessanti aspetti: il semplice fatto di scrivere un blog, è come rinunciare alla propria privacy volontariamente. Analogamente lasciare un commento offensivo sul sito di qualcun’altro, vuol dire esporsi volontariamente ad attacchi, critica e censure. Quest’ultima, in particolare, è molto dibattuta: un commento lesivo dell’immagine di una persona, va censurato o no? Può il blogger ergersi a censore in casa propria? Con quali limiti e quali diritti, nei confronti di coloro che lasciano i commenti? Il resto lo puoi scoprire consultando gli interventi del 10 dicembre.

Insomma, è stata una bella giornata, piena di spunti di riflessione: sono arrivato alle 11 del mattino, mi hanno assegnato un cartellino di “operatore professionale”, e subito sono andato a sedermi nella saletta di PiuBlog, situata agli inferi più reconditi del Palazzo dei Congressi. Rischiando di inciampare in una cassa acustica posta all’ingresso, su di un piedistallo.

il cartellino con la scritta Piu Lib(e)ri, numero 4381, con la nota che sono un operatore professionale

Lascia un commento

Torna in cima alla pagina