due chiacchiere

Cateno incontra Hermans

Un filosofo ed un avvocato, nel mio salotto virtuale inizia a sedersi gente di un certo calibro, mica noccioline. Già, per l’appuntamento settimanale, che non va in ferie neppure sotto il caldo torrido di una New York in liquefazione, oggi ho invitato Hermansji .:. (il suo marchio inconfondibile mi è stato chiesto di riportarlo anche in questa sede) e Cateno Tempio. Entrambi mi sono stati suggeriti da precedenti intervistati (ma il segreto professionale m’impone di non svelarne l’identità neppure sotto tortura) e quindi mi sembrava giusto metterli insieme. Sulla questione degli scheletri, vedrò di rifondere Hermans in qualche modo, dato che il cane l’osso oramai se l’è bello e pappato da un pezzo 🙂 Magari per il prossimo pesce d’aprile si fa una cosa a quattro mani, tu metti gli scheletri ed io i cani.

Cosa non deve mancare sulla tua scrivania?

.:.Alt! Partiamo dall’inizio: non mi hai ancora restituito l’osso!!! Non solo mi hai bloccato il trasloco degli scheletri, dall’armadio lato anta invernale a quello primavera-estate, ma hai anche prodotto un danno biologico irreversibile alla colonia di acari, già s’era preparata per passare le solite ferie tra mari e monti. Che vogliamo fare? Ora la risposta: accidenti a trovarla la scrivania sommersa come è di libri, codici, fascicoli e computer. Allora, aspetta forse non deve mancare una porzione di disordine. Almeno un pezzetto deve star lì a farmi compagnia. Sapere che c’è mi fa sentire vivo, stimola la mente a lottare con la pigrizia. Certe volte è una sfida alla stanchezza delle dinamiche quotidiane, piccola lotta clandestina coi doveri e con le storture che si nascondono sotto il tappeto dell’ordinario. Ma possiede anche un sapore di femmina. E’ la scusa, a bella posta, per sapere se la donna che frequenti si sta davvero innamorando di te, perché arriva quel momento dolcissimo in cui la sentirai dire che vuol mettere ordine tra le tue cose… anche se non ci riuscirà 😉

CSembrerò banale o, peggio, sulle soglie di qualche dipendenza, ma temo che sulla mia scrivania non possa mancare il mio portatile; e lo dico come un violinista direbbe il mio violino. Senza questa protesi perderei gli occhi sul mondo. Abito in un semi-sperduto paese in provincia di Enna; ho deciso di non guardare la televisione, che del resto servirebbe a poco. Sarei praticamente tagliato fuori, sognando Roma e Firenze, come Leopardi, per poi restarne inevitabilmente deluso. Invece ho trovato la mia delusione a monte. Il pc è riuscito a portare il mondo pessimo dentro la mia camera; la protesi ha reso estenso e pervasivo quel malaffare che è il mondo.

Se il tuo blog chiudesse domani, per cosa verresti ricordato?

.:.A bhé di sicuro non me ne preoccuperei. Essere fagocitato nei pensieri degli altri è una questione che dipende esclusivamente da loro. E’ una briciola lontana miglia e miglia da qualunque cosa io possa pensare d’aver fatto o no. Che poi dico ma che avrei fatto? Eh?? Ossssiiiiignooooreeee…

CProbabilmente per la mia (pseudo)autobiografia, nella pagina Ecce vita mea. Una condensazione del mio stile, della mia buffoneria, di ciò che persino nei tag indico col nome e col concetto di prosopon. Ormai quasi un decennio fa, ero intriso d’estetismo. Molto m’è cascato di dosso, però conservo il motto dannunziano che invita a fare la propria vita come si fa un’opera d’arte; risuona anche il monito nicciano, ripreso da Carmelo Bene, per cui bisogna fare di se stessi dei capolavori. Ora, credo che abbia condotto la mia esistenza come tanti altri; il discrimine sta nella narrazione, ossia nella pura forma, nell’eidos; ciò che ho tentato in quell’autobiografia è di rendermi l’idolo di me stesso. È un questione d’immagine.

Toglietemi tutto ma non…

.:.Azzardatevi a togliere nemmeno un filo da quella coperta di infantile capriccio che m’ostina, come un bisogno, ad immaginare. Nemmeno un filo da ciò che mi da il coraggio di rifiutare la firma sul compromesso della vita, quando viene a sbatterti il rendiconto davanti al muso. Niente di speciale, portate via tutto il resto messo dentro ai cartoni. Lasciatemi solo la valvola di sfogo che funziona ad espellere il veleno degli altri se mi ritrovo smarrito nelle stanze del mio abisso. Prendete tutto il resto. Quello che mi piacerebbe in realtà è già troppo in là rispetto alle mie possibilità e si scontra con l’intervallo privato dei miei ripensamenti.

CI libri, senza dubbio. Mallarmé sosteneva che il mondo esiste per approdare ad un libro. Già Dante vedeva il movimento in atto nell’universo come uno ‘squadernarsi’. E Borges è fin più esplicito nel cominciare un suo famoso racconto con la seguente frase: «L’universo (che altri chiama la Biblioteca)». Senza di essi sari perso, il tempo sarebbe svuotato; non saprei letteralmente che fare. Il libro è l’impronta densa eppure effimera che l’universo lascia di sé, tramite quei frammenti osceni e pensanti che siamo noi. Non si tratta di vedervi un bene o un male; tant’è, e non resta che prenderne atto, considerando che l’universo stesso è al di là di questi termini. Per questo il libro è pericoloso; per questo non potrei farne a meno.

Commenti

  1. Cateno
    ha scritto:

    Oh, ho avuto un bel ‘compagno d’intervista’! (Ma del resto lo sapevo già, avendo dato una guardatina al suo blog!). Ne sono onorato, e ringrazio sia Hermansji che Camu, per avermi dato quest’opportunità.

  2. hermansji
    ha scritto:

    Grazie Cateno, anche io sono onorato della tua presenza. Grazie Camu, che onore hai messo pure i puntini!!
    .:.

  3. Andrea Pinti
    ha scritto:

    Colgo l’occasione per farti i complimenti per il nuovo tema, molto “marino” 😀

  4. camu
    ha scritto:

    @Cateno ed Hermans: sono io che ringrazio voi per aver dedicato un po’ di tempo a quest’iniziativa. Ne è venuta fuori davvero una bella intervista doppia! Riguardo ai puntini, non potevo non metterli visto che è il tuo segno distintivo.
    @Andrea Pinti: diciamo che con il caldo che fa qui, una bella rinfrescatina “ammollo” non ci sta per nulla male…

  5. ha scritto:

    1. Quindi tutti gli altri che non sono avvocati o filosofi sono persone di calibro inferiore?! 😛 (questo è un sofismo eh! ;-))
    2. C’è un link errato nella prima risposta…
    3. Siamo all’acquario di genova?! =)
    Ciao,
    Emanuele

    Risposte al commento di Emanuele

    1. camu
      ha scritto:

      @Emanuele: la sua è una interpretazione del tutto personale e sicuramente gli esimi membri della giuria (dandosi un tono tipo da aula di tribunale) concorderanno con me che non era tale l’intenzione che volevasi attribuire alla frase citata testè 🙂 Intanto ho corretto il link, grazie per la segnalazione. Riguardo al tema di giugno, diciamo la verità… già solo guardarlo fa sentire meno caldo!

  6. Gwendalyne
    ha scritto:

    Intervista particolarmente interessante e tutt’altro che banale… ma c’era da aspettarselo, da due ospiti così.
    Ah, dimenticavo: mi piace, il nuovo tema!

  7. camu
    ha scritto:

    @Gwendalyne: da queste parti il tema cambia ogni mese, questo è quello che ho ritenuto adatto per Giugno 🙂 Riguardo all’intervista, hai proprio ragione: con due ospiti di questo calibro non poteva che venir fuori un capolavoro!

  8. ha scritto:

    Si è rinfrescante… comunque perché non gli fai un post apposito? Almeno si commenta li… 😉
    E poi: hai deciso dunque di cambiare ogni mese all’infinito? Se non sbaglio è passato già un anno, no?
    Ciao,
    Emanuele

  9. camu
    ha scritto:

    @Emanuele: si, avrei dovuto fare un post per il cambio tema, come da tradizione, ma poi tra una cosa e l’altra m’è passato di mente. Ne scrivo uno in questi giorni, promesso. Riguardo al “cambiare all’infinito” no, il ciclo finirà presto. Nel senso che dopo i primi mesi in cui cercavo di affinare lo stile, adesso ho trovato quello che cercavo, e non cambierò più. L’anno scorso più che lo stile, cambiava solo il colore di sfondo, ma poi rimaneva tutto uguale. La nuova “epoca” invece ha visto più libertà e flessibilità. Diciamo che da Agosto riandrà in onda il tema dell’anno scorso 🙂

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