due chiacchiere

Archivio del mese di Dicembre 2010, pagina 2

Altro che associazioni dei consumatori

Qui in America, quando si tratta di “spremere” al massimo la tecnologia, non siamo secondi a nessuno. Il numero di dicembre di Wired ne fornisce un lampante esempio: i forum dei consumatori dove scambiarsi notizie su offerte speciali, coupon e trucchi vari per risparmiare acquistando online. La nuova generazione di consumatori americani, che anziché perdere tempo su Facebook giocando a FarmVille come la controparte italiana, scova sconti strepitosi, gadget in omaggio ed altri affari d’oro. Non a caso il sito più famoso in tal senso da queste parti si chiama Slick Deals, di cui io sono frequentatore abituale. Leggi il resto di Altro che associazioni dei consumatori

Riso, zucchine e pomodori in padella

Ogni anno a fine Ottobre è usanza nel nostro dipartimento avere un party per celebrare l’arrivo di Thanksgiving, una tradizione fortemente voluta da uno dei vecchi direttori, e che non è mai stata abbandonata (e te pare che quanno c’è da magnà, la gente se tira ‘ndietro? aho). La particolarità di questo momento in cui tutti ci ritroviamo attorno ad un tavolo è che ognuno dei partecipanti è tenuto a portare una pietanza, mentre bibite e amenità sono a carico del dipartimento. Ogni anno è un’occasione per scoprire cibi ed usanze del mondo, vista la provenienza internazionale (come capita spesso in America) di molti dipendenti. Nel mio caso mi sono presentato con una quiche agli asparagi e pancetta, biscotti rococò  ed una bottiglia di Barolo da 30 dollari. La mia collega indiana invece ha portato un piatto vegetariano, di cui ti propongo qui di seguito la mia reinterpretazione. Leggi il resto di Riso, zucchine e pomodori in padella

Inglesi ed americani a confronto

Abitando in Italia, sicuramente sarà più probabile che tu vada in Inghilterra che non negli Stati Uniti. Allora ho pensato di dedicare una lezione alle tanto “chiacchierate” differenze tra l’inglese britannico e quello americano. Nulla di difficile, ma qualche incomprensione si potrebbe creare, usando la parola sbagliata nel contesto sbagliato. Per esempio, se in America suggerisci al tuo amico di take the lift and go to the third floor, ti guarderà con aria perplessa: lift è l’ascensore britannico (elevator in America) ed è la voce del verbo tirare in americano.  Oppure quando vai a fare il pieno di benzina, al distributore inglese dirai petrol, mentre qui sarà il gasoline (spesso abbreviato come gas). Ma il più divertente, che crea qualche confusione, è il verbo to hire: assumere una persona in americano, noleggiare (in genere un’automobile) per i londinesi. Quindi non dire mai I want to hire a car all’autonoleggio dell’aeroporto di New York, il tipo ti prenderebbe per matto. Leggi il resto di Inglesi ed americani a confronto

I love the way it hurts

Allo scoccare delle sette in punto, la radiosveglia s’accese come tutte le mattine, diffondendo nell’aria le ultime notizie del giornale radio. Nel letto le lenzuola si mossero leggermente, mentre Enrico emise una specie di mugugno-grugnito, evidente manifestazione del proprio disappunto nel doversi già svegliare. Il silenzio, la temperatura perfetta e la penombra invogliavano di certo a rimanere avvolti in quello stato di pace e quiete. Ma per fortuna il profumo del caffè appena fatto e di cornetti croccanti sfornati al momento, aiutavano il ritorno dal regno di Morfeo. Quando Laura si avvicinò al suo orecchio, Enrico ebbe come un dejà-vu, e l’impressione fortissima di aver già vissuto quella stessa identica scena. La sua posizione nel letto, il modo in cui Laura s’era avvicinata, persino le stesse notizie di cronaca alla radio. Si guardò intorno un po’ stupito, e Laura notò subito che c’era qualcosa che non andava. Lui non voleva farla preoccupare, quindi cambiò subito argomento, abbracciandola ai fianchi e tirandola verso di sé. Leggi il resto di I love the way it hurts

Il Censis giudica l’Italia anche nel 2010

Credo che uno degli appuntamenti annuali più “antichi” di questo blog sia quello con il Rapporto sull’Italia pubblicato ogni anno in questo periodo dal Censis. Forse perché m’è sempre rimasta in mente la frase riassuntiva del documento del 2007, secondo cui l’Italia è un “Paese in putrefazione”, che spiega perfettamente la mia personale percezione dell’andamento delle cose nel Belpaese. A quanto pare, dopo un 2009 giudicato in tiepida ripresa, anche quest’anno ci vanno giù pesante:

Anche se le difficoltà contingenti sono state in parte superate, non c’è di che essere ottimisti. Anche se ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dobbiamo affrontare. Nel Paese sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa, comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattivi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e di futuro.

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Un bel regalo di natale

In Italia avranno pure aperto Amazon, ma lì non avrete mai tutti i prodotti disponibili sul mercato internazionale. Io ad esempio sono molto tentato di comprare un paio di questi articoli (non ti dico di cosa si tratta per non rovinare la sorpresa) e sono sicuro che se lo vendessero anche nel Belpaese, opportunamente riadattato al mercato locale, sarebbe uno dei best-seller di tutti i tempi, specialmente in questi giorni in cui c’è una discreta incertezza politica che aleggia nell’aria 🙂

Finalmente un tag per il footer

Due elementi introdotti in HTML sono i tag <header> e <footer>, che a prima vista sembrano abbastanza intuitivi. Per anni abbiamo usato dei comunissimi div per marcare intestazione e piè di pagina, e finalmente è arrivato il momento di far giustizia a queste due importanti porzioni dei nostri codici sorgente: questa novità semplifica il modo in cui manipoliamo il document object model, e l’assegnamento degli stili, potendo adesso indicare questi elementi in maniera diretta e uniforme. Ma la cosa più importante è la caratterizzazione semantica che acquisiscono intestazione e piè di pagina:

L’elemento <div> non ha una semantica definita, e stessa cosa vale per l’attributo id: i browser non possono derivare nessun significato dal valore degli attributi

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Hiroshima: la tristezza ancora oggi

Il nostro viaggio di nozze in Giappone non poteva non prevedere una tappa a Hiroshima, come da nostra esplicita richiesta all’agenzia che ha organizzato tutto. Se vai a visitare la Terra del Sol Levante, non puoi saltare un pezzo così importante della storia mondiale. Il treno superveloce da Tokyo ci arriva in poche ore, ed è divertente attraversare le varie città, vedere i Giapponesi ordinatamente in fila ad attendere di salire in carrozza. Ci sono persino le frecce a terra dove la gente può disporsi in attesa. E la porta del vagone, puoi giurarci, si fermerà esattamente in quel punto. Poi i treni hanno la porta all’altezza della banchina, niente scalini, niente difficoltà per le persone anziane o con grosse valigie, o per le mamme con passeggino. All’arrivo nella città della bomba atomica, una strana atmosfera pervade subito gli animi: sembra che la mestizia dell’esplosione sia ancora nell’aria, dopo sessant’anni. Leggi il resto di Hiroshima: la tristezza ancora oggi

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