due chiacchiere

Archivio del mese di agosto 2008, pagina 3

Vecchi e nuovi media

Un paio di mesi fa, in America, è venuto a mancare uno dei più famosi giornalisti che la popolazione abbia mai conosciuto: Tim Russert. Da noi è come se morisse Bruno Vespa, Era un po’ il nostro Enzo Biagi, per fare un esempio. Il suo approfondimento serale era un appuntamento immancabile per chi volesse capire qualcosa della politica e dell’attualità di questo Paese. La mancanza, dicono le persone che lo conoscevano, si sente soprattutto in questo periodo elettorale: senza le sue interviste ai candidati, non sarà più la stessa cosa. Ma soprattutto è sorta la domanda: cosa sarà adesso della competizione tra vecchi e nuovi mezzi di comunicazione? Leggi il resto di Vecchi e nuovi media

Cuil mi abbina a Catepol

Sono stato uno dei pochi, negli scorsi giorni, a difendere Cuil, il neonato motore di ricerca. Mentre la blogosfera si schierava quasi unanime contro i risultati delle ricerche, io dicevo che ancora i poverini devono farsi le ossa, quindi qualche problema nelle ricerche è più che accettabile. Google è in giro da una decina d’anni, ed anche lui all’epoca ha peccato di errori di gioventù. Così mi sono messo un po’ a giocare con le stringhe di ricerca. Credo che in maniera più che naturale, la prima cosa sia cercare il nome del proprio blog. Nel mio caso, come anticipavo nel titolo, ottengo un risultato abbastanza curioso. Leggi il resto di Cuil mi abbina a Catepol

Uno studente americano: 21

L’altra sera abbiamo noleggiato il film 21 al Blockbuster qui vicino: la storia di uno studente universitario particolarmente “bravo con i numeri” che viene convinto dal suo professore ad usare questa dote in maniera un po’… fuori dal normale. Non preoccuparti, non parlerò della trama in dettaglio o del finale, ti lascio il gusto di scoprire entrambi per conto tuo. Al solito, però, mi viene da confrontare il sistema educativo americano e quello italiano: nel Belpaese, al massimo un genio dei numeri (ed io ne ho conosciuti, quando ero all’università) finisce a fare il ricercatore in un buio laboratorio, per 800 euro al mese, senza la sicurezza di vedersi rinnovato il contratto alla fine dell’anno. Tant’è che non s’è mai visto un simile film ambientato in qualche ateneo italiano. Leggi il resto di Uno studente americano: 21

Ancora sui numerabili

Qualcuno mi ha chiesto, scrivendomi un messaggio privato, di parlare ancora dei nomi cosiddetti “numerabili” (contabili, si direbbe in inglese). Le regole, a dire il vero, sono semplici e molto intuitive. Se un nome è countable, usiamo la preposizione “un, uno” prima di esso, ha un plurale e può essere usato in frasi con domande tipo “quanti…”, Possiamo usare un numero prima di esso. Se un nome è uncountable, suonerà bene accanto alle espressioni come some oppure any, non usiamo mai un numero davanti a esso. Ad esempio: There is some beer in the fridge. Is there any beer in the fridge? Tanto per dare un’idea, i nomi di bevande sono generalmente uncountable; analogamente per i nomi di materiali (olio, plastica, ferro). Leggi il resto di Ancora sui numerabili

Quando la natura chiama

Raramente commento i fatti di cronaca che mi capita di leggere sui giornali, ma la famosa sentenza sul caso Welby mi porta a fare delle considerazioni sul diritto di “costringere” una persona a vivere, come capita ad Eluana. So bene che si tratta di un terreno particolarmente spinoso, ma per me la soluzione è molto semplice: lasciare che la natura faccia il proprio corso. Non si tratta di ucciderla volontariamente, ma di impedire l’accanimento terapeutico fine a se stesso: il gusto di far soffrire chi non vorrebbe. Chi non può far altro che stare immobilizzato in un letto d’ospedale. Leggi il resto di Quando la natura chiama

Il piacere di D’Annunzio

Essere pendolare ha i suoi benefici, l’ho già detto: tra questi si ha la possibilità di impegnare il tempo del tragitto nelle maniere più disparate. In un’epoca in cui non ci si ferma mai, quell’oretta sull’autobus sembra quasi una benedizione piovuta dal cielo: lontano dal caos della vita moderna, ci si può tuffare nella lettura di un libro o nell’ascolto dei propri podcast preferiti. In queste settimane, ad esempio, ho scaricato (legalmente, s’intende) un audiolibro dal sito di RaiTre, Ad alta voce: Il Piacere, di Gabriele D’annunzio. Dopo Mattia Pascal,  Dorian Grey e Zeno Cosini, un altro eroe di fine Ottocento e le sue imprese amorose. Leggi il resto di Il piacere di D’Annunzio

Controllare i link in uscita

Parafrasando quello che cantava Jovanotti qualche anno fa, “non mi basta mai” di aggiungere nuove funzioni al mio piccolo spazio in rete. Dopo i colori che cambiano ogni mese, dopo l’avviso che consiglia di usare una risoluzione più adatta al proprio schermo, dopo la traduzione in inglese di alcuni articoli (rigorosamente fatta a mano), negli scorsi giorni ho attivato il monitoraggio dei link in uscita. Per te che non parli tecnicese, mi spiego meglio: sappiamo tutti che Google Analytics consente di conoscere ogni più segreto dettaglio di come i visitatori usano un sito web. Tutto bene, finché questi rimangono all’interno del recinto: possiamo sapere dove sono andati, quale pagina hanno cliccato maggiormente, con quali parole chiave sono arrivati. Sfortunatamente non era possibile sapere dove cliccavano per uscire dal sito. Un piccolo trucco mi ha aiutato a risolvere il problema. Leggi il resto di Controllare i link in uscita

Sesso a pagamento sul blog

Mi sono rovinato: in tanti anni di onorato servizio,  pochissime volte ho pubblicato articoli aventi nel titolo la parola “sesso”, perché non mi interessava attrarre visitatori in questo modo. D’altro canto, come dice anche Emanuele, sono visitatori “inutili” che arrivano qui solo alla ricerca di qualche tetta o coscia su cui sbavare, e dato che non ne trovano, vanno via imprecando e sprecando le mie preziose risorse. Però è proprio il caso di dirlo: basta nominare quella parolina magica, e subito si alza… cosa? Il numero di accessi a questo blog, che avevi capito. Leggi il resto di Sesso a pagamento sul blog

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